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Persono nuove

Man mano che le energie ritornano, mi ritrovo con piacere figlia di questo tempo. La mia passata malattia mi ha giocato un bello scherzo: facendomi sentire più debole mi ha fatto sentire superata. Chissà se il conservatorismo emotivo non sia figlio della debolezza?  In altri termini, non è forse vero che quando si sta bene e ci si trova pieni di energia si ama il cambiamento e anche quel determinato caos vitale che lo accompagna?      
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I piccoli come i grandi

Certo che ci specchiamo nelle grandi storie. È come amare la favole. Non solo. È come credere che le favole hanno più verità di ciò che chiamiamo pensiero realistico. Le favole continuano a ripetere da millenni che la nostra vita è un sogno. E l’anticipano, anche se la realtà di fatto – la storia? – non ce la fa a stare al loro passo. Quando sentiamo il racconto di quelli che ce l’anno fatta – se sono ancora vivi con la testa, se non si sono lasciati fumare il cervello dal successo – quando sentiamo il loro racconto, sono i primi passi che ci fanno saltare l’anima sulle bollicine. I primi passi, quando erano ancora come noi e hanno seguito un sogno, aiutati da un colpo di fortuna. C’è qualcosa di avventuroso in questo e… tanta bravura.  Tanto impegno, colpi di intuizione. Colpi di fortuna e tanto impegno. A rischio, ovviamente – quindi anche tanto coraggio. Bene! Sono cose che appartengono anche a noi comuni mortali. I grandi uomini sottolineano – e a volte sono pietrifi...

Cespugli selvatici

Per ora ascolto il tempo di campagna,
 il frinire insistente che dissolve il dubbio 
e l'ordinata sepoltura di sogni audaci 
in aiuole accudite senza fretta.

Mediterraneo frinire di cicale

Ero una ragazzina allora, Avevo gambe elastiche e braccia forti. La maggior parte del tempo ero sugli alberi, o nei canneti, in fantasie selvagge e avventure incantate. Nell’aria pregna di natura danzavano gl’insetti e il silenzio del mondo era intriso del frinire di cicale. Danzavo nella vita senza parole e l’occhio scopriva in un battito le pietre di guado del corso d’acqua. Sapevo subito se scappare o affrontare e non mi frenavano i graffi dei rovi o i sassi aguzzi sotto i piedi scalzi. Ora quella ragazzina è ancora qui, ma non più quel corpo. E ne soffro un poco!      

Ora

Io vivo questi tempi e le loro sfide come il periodo più interessante della storia. D’altra parte è la mia epoca. Voglio dire che non ho mai sentito il bisogno di elogiare il passato rispetto al presente come se si fosse perso qualcosa.  Le sfide sono lì a sollecitare il coraggio e l’industria, l’iniziativa, l’immaginazione, la ricerca. Trent'anni fa, quando si cominciava ad avvertire la velocità del cambiamento, si parlava di resistenza e di shock. Penso invece che cambiare ci piaccia, che lo sognavamo da sempre. Vogliamo rinnovarci, provare cose nuove, evolverci, esplorare cosa riserva ancora la vita. Stiamo lavorando molto per addestrare la mente e la sensibilità al cambiamento. Stiamo superando i nostri limiti. In tutti i settori della vita. La vita mostra il suo affascinante volto di grande navigazione avventurosa.

Ouverture

La vita sorprende davvero.  Te ne rendi conto meglio dopo i suoi regali.  Non farei, comunque, dichiarazioni di massima sulla ontologia dell’universo. Ma sul desiderio di felicità non ci sono dubbi. Esso ci definisce dalla testa ai piedi.  E dunque: ogni uomo e ogni donna hanno il compito di darsi da fare per realizzare i propri sogni anche se le meccaniche celesti non sono chiarissime. E se è possibile – e lo è –, aiutarsi a vicenda dà risultati migliori.    

Sono io?

Una donna. Si muove, è perfino mossa. Portata. Ha appena gli occhi per guardare e intravedere. E sente. E ci sono cose che vibrano e immagini, e film, e desideri. E tutto fluisce come in una corrente in cui non hai tempo abbastanza e risorse per vedere fino in fondo, o anche un po’ più in là.  

Quale noi

Alcune cose, la natura te le dà da sé. Vengono su o fuori come i ravanelli. Ma tante altre, se le vuoi, le devi fare. Il senso è probabilmente qualcosa che non si trova bell’e fatto. Ci devi mettere del tuo.     

Dove camminavo...

La mia giornata è piuttosto piena. Ma ho sempre, alla sera, una sensazione di leggerezza. Insomma, viaggio, cammino, mi muovo, è come una vacanza. Prendo il sole e l’aria aperta. Penso quando cammino. Sono arrivata alla conclusione che camminando si pensa in maniera diversa. In maniera migliore. Si pensa con tutto il corpo. Il pensiero si coniuga al respiro e al metabolismo. Una parte del pensiero è ascolto del corpo. Il corpo è fantastico nel riconoscere i pensieri che nutrono. Il corpo mette in circolo sostanze quando la mente incomincia a volare. Dal pensare nasce tutto, per me. Nasce tutta la mia avventura. 
Quando rientro a casa tutto sembra già pronto, cucinato. E non resta che sfornarlo. Metterlo in chiaro, proporlo, farlo camminare.  Io credo che sto cominciando a vivere, finalmente. E mi rendo conto che esiste un mondo parallelo – rispetto alle strade trafficate, agli stabilimenti e i centri finanziari…
 Un mondo piuttosto popolato. Gente che cerca in primo luogo il senso ...

Incanti

Sogno una vita come il Cirque di Soleil, una fioritura esplosiva creatrice d’incanti. Sono sotto un albero in fiore mentre scrivo. Dalle sue foglie lancia in aria bianchi fiori a grappoli, giocoliere del cosmo. Migliaia di gocce rimbalzano al suolo come una cascata di note sul rigo. Dall’aiuola qui davanti tarassaco, trifoglio, achillea, piantagione e pratoline, sbucando in folla dal suolo, allargano le braccia in una danza. Sul tetto la pioggia massaggia con abilissime dita una tastiera di metallo, suscitando musica per viaggi interminabili. Il cuore nel petto è un tamburo tribale.