Man mano che le energie ritornano, mi ritrovo con piacere figlia di questo tempo. La mia passata malattia mi ha giocato un bello scherzo: facendomi sentire più debole mi ha fatto sentire superata. Chissà se il conservatorismo emotivo non sia figlio della debolezza? In altri termini, non è forse vero che quando si sta bene e ci si trova pieni di energia si ama il cambiamento e anche quel determinato caos vitale che lo accompagna?
Certo che ci specchiamo nelle grandi storie. È come amare la favole. Non solo. È come credere che le favole hanno più verità di ciò che chiamiamo pensiero realistico. Le favole continuano a ripetere da millenni che la nostra vita è un sogno. E l’anticipano, anche se la realtà di fatto – la storia? – non ce la fa a stare al loro passo. Quando sentiamo il racconto di quelli che ce l’anno fatta – se sono ancora vivi con la testa, se non si sono lasciati fumare il cervello dal successo – quando sentiamo il loro racconto, sono i primi passi che ci fanno saltare l’anima sulle bollicine. I primi passi, quando erano ancora come noi e hanno seguito un sogno, aiutati da un colpo di fortuna. C’è qualcosa di avventuroso in questo e… tanta bravura. Tanto impegno, colpi di intuizione. Colpi di fortuna e tanto impegno. A rischio, ovviamente – quindi anche tanto coraggio. Bene! Sono cose che appartengono anche a noi comuni mortali. I grandi uomini sottolineano – e a volte sono pietrifi...