Che impressione, nel silenzio della passeggiata, queste pellicce di muschio sopra tronchi e rocce! Il senso di lussureggiante immaginazione con cui la vita si inventa, anche in minime porzioni di sé, come in questo pezzo di muschio. L’abbondanza strabordante con cui la vita si dà forma. Come se non ci fosse problema d’economia. Come se la vita potesse non badare a spese. Riempiendo ogni interstizio dello spazio con creazioni rigogliose. Assolutamente autosufficienti, fini a se stesse.
Penso al paradossale destino dell’uomo, questo essere effimero capace di creare cose che durano più di lui.
E penso che forse è un segno, questo, della sua vocazione a lavorare per la vita, oltre i propri recinti personali. E immagino che di qui derivi quella intensa soddisfazione che l'individuo prova quando allarga i rami del suo frutteto oltre la cinta dell’orto. Quando il suo albero produce frutti in abbondanza per chiunque passi sotto e ne voglia.
E penso che la vita sembra non vada a economia, non faccia i conti all'osso, e che butti a miglioni quando serve solo uno. E che il di più non è spreco ma abbondanza.
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