Sogno una vita come il Cirque di Soleil, una fioritura esplosiva creatrice d’incanti.
Sono sotto un albero in fiore mentre scrivo. Dalle sue foglie lancia in aria bianchi fiori a grappoli, giocoliere del cosmo.
Migliaia di gocce rimbalzano al suolo come una cascata di note sul rigo.
Dall’aiuola qui davanti tarassaco, trifoglio, achillea, piantagione e pratoline, sbucando in folla dal suolo, allargano le braccia in una danza.
Sul tetto la pioggia massaggia con abilissime dita una tastiera di metallo, suscitando musica per viaggi interminabili.
Il cuore nel petto è un tamburo tribale.
All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.
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