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A che cosa serve la bellezza?

Da noi, per lo più, si pensa che non serva a niente, da un punto di vista concreto, materiale.


Assistere a immagini estremamente suggestive he differenza fa sul piano della realtà?

Eppure quelle emozioni, la magia di essere in presenza di un incanto intenso, suggeriscono l’idea – per un attimo – che la routine realistica e la nostra Agenda si perdano il Paradiso per una prosa invadente, spessa e mozzafiato.
Un giorno si dirà che assistere a questi spettacoli è terapeutico. Ma bisognerà prima riconoscere il carattere patologico di quel che chiamiamo realtà.

 



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Specchio delle mie brame

All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.      

Il mio presente

 Io vivo questi tempi e le loro sfide come il periodo più interessante della storia. D’altra parte è la mia epoca. Voglio dire che non ho mai sentito il bisogno di elogiare il passato rispetto al presente come se si fosse perso qualcosa. Le sfide sono lì a sollecitare il coraggio e l’industria, l’iniziativa, l’immaginazione, la ricerca.

Stratificazioni

Salvatore è un amico speciale. Non l’ho mai visto. Ci scriviamo via whatsapp ogni tanto. Ma quello che me lo rende vicino è questo: a volte,  quando gli salta in testa, mi telefona da Messina e mi porta ottimismo, energia, lucee fantasia. Prima di Internet queste cose non accadevano. Perché Salvatore appartiene a una vita nuova, mescolata con quella di tutti i giorni, quella che abbiamo imparato nei tempi dell’infanzia, quando le cose erano diverse. La vita è fatta un po’ come ciò che scoprono gli archeologi: stratificazioni di tempi diversi. Sono coì  le nostre città, e le nostre stesse coscienze. Strati, tutti vivi e presenti. Tutti  questi strati funzionano con i loro  tempi i loro valori, lle loro atmosfere. Noi siamo come viandanti, o come primi cittadini che fanno l’esperienza di una molteplicità sovrapposta, e inafferrabile. I mondo ha perso, nel giro di poco tempo,  la sua struttura semplice, comprensibile, rappresentabile e tutto è diventat...