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Torna il sole

Questa mattina è ritornato il bel tempo.
Che gioia vedere, con gli occhi ancora piccoli della notte, il cielo aperto e il sole che inizia la sua ascesa sopeattuto per una metereopatica come me
Cerco di accettarmi così come sono, senza riuscirci mai del tutto. E approfitto dei periodi buoni per pompare gioia ed entusiasmo fattivo nel mio sistema vitale.


Oscillo tra sensi di inutilità e slanci altruistici di grande respiro.


Mi barcameno, come fanno un po’ tutti. Facendo finta di aver capito i segreti della vita, quando il destino soffia il suo vento in poppa, o quando lo prendo di bolina. Salvo ammettere sinceramente la mia profonda ignoranza quando ci sbatto il naso contro.
Se questo è il mio viaggio, stamani ne sono molto lieta. Con la luce di questa mattinata promettente mi sembra di poter contribuire al benessere del mondo. E forse giungere in prossimità della mia Itaca, che continua ad attrarre il mio pensiero, sia che faccia tempesta, sia che trionfi il bel tempo.
 





 

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Sguardo di fuoco

Esci presto il mattino e lungo la strada ti avvii. Incendi le nuvole d’incanti, spalanchi voragini nell’umida terra che ti brama. Vibra l’aria d’intorno e in risonanza tremano i colli.   Chi e dove accordò quello sguardo di fuoco in sintonia con le meccaniche celesti? Amo i tuoi passi sulle foglie che cantano. Un sortilegio, il profumo di muschio che ti segue.      

Specchio delle mie brame

All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.      

Scorrere leggeri

Non eravamo noi a provare l’amore, ma era l’amore che aveva preso noi e ci trascinava per territori nuovi. E volevamo essere leggeri. Sapevamo che dovevamo camminare agili e veloci per i sentieri che il tempo ci portava. Dovevamo avere avere gambe agili e piedi robusti. E braccia pronte ad afferrare i rami. E a nuotare nel mare della vita.