Penso agli uominie, agli amori, al teatro, ai libri che mi hanno nutrito, alle camminate tra le colline, al respiro consapevole, al festivalal castello, al mercato dell'antiquariato, alla cena di classe, alle malattie, al ritorno della salute… mi vengono in mente tutti i sogni, anzi, lo stesso mio sognare, quel vagare, pupille in alto, nell’universo di ciò che ho desiderato, di ciò che ho cercato di identificare nel pozzo profondo del mio desiderio.
Dove va la vita? Che ci sto a fare? Cosa desidero davvero? Cosa è in grado di rendermi pieno, intero, me stesso?
Penso ai giochi cdei bambini, ai lunghi viaggi, alla verve che fluisce nelle cene con gli amici, i bischi solitari Ancora non mi sono abituata al fatto di essere viva. E non è sgomento, ma sorpresa. Una sorta di meraviglia.
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