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Elogio a Peter Pan

Per quel che ne capisco io, la posta in gioco del lavoro quotidiano che si fa su noi stessi per attraversare la vita, le sfide, i problemi, le cose da fare, gli spazi e i tempi da riempire, concerne lo spirito con cui lo facciamo.
Personalmente vorrei essere sempre gioiosa, appassionata, vitale al cento per cento, e provare sensazioni intense, un chiaro senso della direzione di marcia, e la luce negli occhi di chi sente che tutto è bello.
Vorrei dare la mia impronta a tutto quel che tocco, essere a modo mio. Vorrei avere una mia storia di cui andare fiera. Da poterla raccontare con quell’atmosfera magica con cui ho sentito da piccola raccontare le storie d’avventura.

Tutto questo, probabilmente, è un segnale del fatto che non ho mai sentito grande fascino per il “mondo dei grandi”, dove regnano parole seriose che alludono alla responsabilità, al dovere, al rispetto delle regole. Ho accettato probabilmente con maggiore propensione il punto di vista dei “ragazzi” che trovano il mondo dei grandi piuttosto noioso, pedante, grigio e tendenzialmente ipocrita. Che pizza!
Nelle giornate di vento caldo e di luce splendente come quella di ieri, viene spontaneo un inno a Peter Pan. Signore, tienimi ancora lontano dalla saggezza dei grandi. Lasciami giocare con il mondo ancora un po’. 
Non importa se mi dicono che non sono ancora matura. Quello che sento dentro è una gran festa del cuore.

 






 

Commenti

  1. Crescere senza maturare richiede davvero tantissima saggezza.
    E io, modestamente...
    😅

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