Talvolta sospetto che un’intelligenza nascosta e diffusa cerchi a tentoni di governare l’andamento delle cose. Che forse un dio s’è smarrito nei suoi primi tentativi di creare un regno armonioso. O pongo il dio nel futuro, alla fine della storia, come un appello che chiama se stesso a raggiungersi, non senza il contributo di noi tutti e delle nostre piccole storie. E mi suggestiono immaginando che nelle nostre scarse consapevolezze si facciano avanti scintille e bagliori come nella notte, con lo scopo di segnalare una sorta di itinerario avventuroso che ci porti a un risveglio sorprendente…
Una volta mi bastava leggere tre quotidiani al giorno per avere la certezza, o quasi, di essere in contatto con la realtà. Oggi è piuttosto diverso. Sono disincantata. C’è tanta televisione, tanto internet, tante immagini. Nell’epoca ingenua le immagini dovevano mostrare la realtà, poi hanno finito per chiarire che mostravano innanzitutto se stesse. E forse è proprio quello che devono fare. Alla fine dobbiamo liberarci dall’idea che le immagini, ma anche le parole, mostrino qualcosa che si chiama realtà. Le nostre parole (e le nostre immagini) non mostrano: costruiscono la nostra realtà. La vecchia “realtà” è diventata “la cosa”. Ed è come se “la cosa” fosse lì, perennemente disponibile a mettersi in posa per noi. Apparentemente sotto la nostra direzione – poi è da vedere. “La cosa” è una miriade di comparse disponibili alla lavorazione del nostro film. Rovesciamento: non viviamo più nel mondo delle cose: tendiamo a vivere nel film costruito da noi. La realtà dunque non è ...
Ho sempre pensato ad un dio un po' distratto e pasticcione a cui non posso riprovare più di tanto, visto che quanto a distrazione e a pasticciare anch'io non è che proprio, proprio...
RispondiElimina