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L'amica di David (che non mi ricordo come si chiama...)

David aveva un’amica per il racconto delle storie. Il suo nome adesso mi sfugge. Mi verrà in mente di sicuro più avanti. David le raccontava la sua storia prima ancora di realizzarla. Perché era convinto che si poteva fare ed era utile farlo. Pensava davvero che la storia nasce prima in testa e con le parole. E poi diventa fatti, intrecciandosi con il movimento delle cose. E allora, voglio dire quando le cose erano capitate, si ritrovava con la sua amica – che diavolo! non mi viene in mente come si chiama… - e si rimetteva a raccontarla di nuovo. E succedeva che preparava così il prossimo passo. No, non lo “preparava”: lo avviava.


 



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Specchio delle mie brame

All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.      

Un abbraccio di fine anno

Sapevi di appartenere ad una nuova epoca, dove essere sarebbe stato navigare il cambiamento con audacia, energia e infinita curiosità.

Il mio presente

 Io vivo questi tempi e le loro sfide come il periodo più interessante della storia. D’altra parte è la mia epoca. Voglio dire che non ho mai sentito il bisogno di elogiare il passato rispetto al presente come se si fosse perso qualcosa. Le sfide sono lì a sollecitare il coraggio e l’industria, l’iniziativa, l’immaginazione, la ricerca.