Io vorrei rifiutare ogni dogma, ogni dottrina. Anche la più straordinaria sul piano spirituale. Perché sapere le cose prima, avere in tasca un’interpretazione per ogni evento – ed è quello che le dottrine consentono e suggeriscono – impedisce in qualche modo di vivere davvero.
Perché la vita vera è evento. È ciò che avviene. E ha la sua dimensione di sorpresa e di rischio. Che può andare a finire bene o male.
A cui ti puoi preparare sviluppando i muscoli e l’arguzia.
Ma ti prego: risparmiati un’interpretazione a priori.
Pensa che ci sono grandi opportunità dentro ciò che sta accadendo, ma ancora non le hai viste. Aguzza lo sguardo per cercarle.
Piangi e disperati finché non le vedi.
E semmai le intraveda, allora esulta.
E sarà come sentire la cresta dell’onda direttamente dentro di te, nel centro del cuore.
E tutto quello che sei e che ancora non è nato, incomincerà a prendere corpo.
Vieni, questa sera, con i tuoi piedini che suonano la tromba delle scale. Entra nell’abbraccio della mia casa. Aprirò la finestra e ti farò l’amore accarezzato dal vento delle stelle. Assaporerò i tuoi seni come pesche di vigna e le mie mani navigheranno sulle onde dell’oceano di dolcezza che tu sei. Cercherò le favole in mezzo ai tuoi capelli e respirerò la tua anima nel tuo respiro. Le mie reni sono sature di libidine di vita e le mani anelano a sollevare ogni velo. Tu sei la vita succulenta. E, benché ebbro, stordito e confuso dal nettare che trasuda la tua pelle, io sono io, pienamente consapevole, pieno, tondo, intenso e sano. E tu sei tu, lunare e luminosa.
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