Mi piace guardare di là dal fiume. Non sono una che pensa che tutto sia possibile. Ma nemmeno una cui piaccia fissare limiti a priori irremovibili. Immagino che sia interessante lanciare i confini un pochino fuori casa, per esplorare sulla base delle proprie energie quanto si può avanzare. Ma senza questa frenesia di performance che oggi viene tanto predicata. E che trasforma qualsiasi esperienza gratuita di vita in un mezzo per guarire dalle “opinioni limitanti” e dal “disagio”.
Penso, per esempio, che l’Arte terapia può anche andare bene in certe situazioni, ma mi irrita che l’arte, al posto di un’esperienza vitale gradevole in sé e capace di stabilire relazioni tra affini, venga trasformata in strumento e mezzo terapeutico.
Benché io abbia vissuto esperienze di malattia, non mi piace l’idea dilagante che siamo tutti così malati da aver bisogno di questa pletora di terapie che proliferano giorno dopo giorno.
E se facessimo queste cose, la musica, la pittura, la danza, la scrittura, il teatro… perché sono espressione di vita bellissima e gratificante, perché consentono di godere della vita, invece che per guarire?
Ah, che respiro!
vivere per vivere, viaggiare per il viaggio, gustare la Vita. Senza gare o traguardi o scopi o fini superiori.
RispondiEliminaBella idea, brava, come sempre, brava