E se mi accettassi ancora un po’ di più?
La luce era diffusa nel bosco, stamani.
Una luce del mattino.
Avevo dei “pensieri” questa mattina. Li ho portati al bosco per lasciarli parlare, per familiarizzarmi con loro, per ascoltare e raccogliere il loro dono.
Erano pensieri di vergogna e di inquietudine.
La luce del mattino è una bellissima fanciulla, che visita sorridente ogni spazio del bosco e scioglie i miei ragionamenti e libera le mie domande con il solo sorriso.
E se mi accettassi ancora un po’ di più?
Così a un certo punto suggeriva la luce del bosco.
E ho rivisto cose del mio passato, un tempo fonte d’imbarazzo e ora come messaggeri e epifanie.
E, dopo tanto ragionare, sono arrivata a un punto in cui i pensieri non cercavano più di mettersi in fila e ben allineati, incastrati nella trama di qualche logica deduttiva. Un punto in cui semplicemente l’energia del mio sentire era diventata di nuovo pienamente viva e mi inondava il corpo e l’anima con il fremito del suo charme.
Ero di nuovo un sì.
Quando è così non c’è più tanto da strizzare gli intestini per valutare, soppesare, rispondere alle obiezioni, insomma “baccaiare” dentro.
Il bosco mi dà doni del genere.
Il bosco non è lavorare con le persone, il mondo e le azioni – agenda e scaletta…
Ma il bosco prepara l’azione e le consente di esprimersi “a modo mio”.
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