– Sonia, l’occhio mi cade sulle tette.
– Cazzo dici?
–
Porti sempre queste scollature… mi aspetto da un momento all’altro che
tutto scivoli giù e che spuntino sul palcoscenico due tette
sguinzagliate. Mi rendo bene?
– Tette al vento… dici tu… qualcosa del genere?
– Io dico che la vita è come un aperitivo.
– Spiegati un po’.
– Va di moda, no?
– Dappertutto.
– Un aperitivo è la stimolazione dei succhi gastrici…
– Vuoi dire: in attesa di un pasto, una cena, un pranzo.
– Si dice così: prendiamo un aperitivo?
A
quei tempi, l’aperitivo non era più l’apertura di un processo che
portava al pranzo vero e proprio. Gli storici sottolineano il fatto che
l’aperitivo poteva tenere il posto della cena. Tutta quella gente, dopo
il lavoro, in attesa di una serata speciale… Andiamo a farci un
aperitivo? E, lo sai, all’aperitivo tu trovi tre primi di pasta, alcuni
bocconcini con formaggio, melanzane, peperoni sott’aceto, e funghetti
sott’olio, mortadella tagliata a cubetti su una base di focaccia, un
assaggio di salumi della Valsugana e vini in calice garantiti in qualità
dalla promozione…Non dimenticare le frittate…
– Sonia, è una vita che ti voglio scopare…
– Cazzo dici?
–
Dico che la vita è un aperitivo. Hai il solletico di quel che significa
vivere. Ti viene una voglia matta di fare un pranzo pieno della vita.
Ma è come se, sempre, solo, ti fermassi all’aperitivo. Sentirne il
gusto, l’attrazione – come le tue scollature…
Ma quando si mangia
davvero?
Sonia cammina leggera.
Il vento le scompigliava i capelli.
Da sola, camminava sul prato.
Pensava:
la vita è un aperitivo. Senti il gusto, l’attrazione, il richiamo… ma
non è ancora il pasto. Forse stiamo andando da qualche parte. Ma io,
dove voglio andare?
Io, ho forse paura di volare?
Una volta mi bastava leggere tre quotidiani al giorno per avere la certezza, o quasi, di essere in contatto con la realtà. Oggi è piuttosto diverso. Sono disincantata. C’è tanta televisione, tanto internet, tante immagini. Nell’epoca ingenua le immagini dovevano mostrare la realtà, poi hanno finito per chiarire che mostravano innanzitutto se stesse. E forse è proprio quello che devono fare. Alla fine dobbiamo liberarci dall’idea che le immagini, ma anche le parole, mostrino qualcosa che si chiama realtà. Le nostre parole (e le nostre immagini) non mostrano: costruiscono la nostra realtà. La vecchia “realtà” è diventata “la cosa”. Ed è come se “la cosa” fosse lì, perennemente disponibile a mettersi in posa per noi. Apparentemente sotto la nostra direzione – poi è da vedere. “La cosa” è una miriade di comparse disponibili alla lavorazione del nostro film. Rovesciamento: non viviamo più nel mondo delle cose: tendiamo a vivere nel film costruito da noi. La realtà dunque non è ...
Un aperitivo con te...
RispondiElimina"La vita è un aperitivo" non so decidermi se è una sfortuna o meno...
RispondiEliminaPer le tette invece, non posdo essere che d'accordo
😀😀😀
P.S. ma non dirlo in giro
... il mondo stava pronto per risorgere e sarebbe stato mio... dovevo solo correre...correre
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