Tu sai com’è la luna, in queste sere di primavera. Sussulti inspiegabili alterano la lucidità della mente. Si è trascinati per sentieri stravaganti, quasi foglia in balia del vento. E che importa non avere più saldamente in mano il timone della nostra barca? Ci abbandoniamo alla deriva con la follia di un gusto ipnotico inaspettato. E sembra la promessa di una felicità indicibile. La nostra lingua è diventata lingua di poeti. Potremmo danzare la notte in endecasillabi sciolti.
Vieni, questa sera, con i tuoi piedini che suonano la tromba delle scale. Entra nell’abbraccio della mia casa. Aprirò la finestra e ti farò l’amore accarezzato dal vento delle stelle. Assaporerò i tuoi seni come pesche di vigna e le mie mani navigheranno sulle onde dell’oceano di dolcezza che tu sei. Cercherò le favole in mezzo ai tuoi capelli e respirerò la tua anima nel tuo respiro. Le mie reni sono sature di libidine di vita e le mani anelano a sollevare ogni velo. Tu sei la vita succulenta. E, benché ebbro, stordito e confuso dal nettare che trasuda la tua pelle, io sono io, pienamente consapevole, pieno, tondo, intenso e sano. E tu sei tu, lunare e luminosa.
Danza... cigno. Danza ancora.
RispondiEliminapreferisco un metro libero,svincolato da accademici movimenti che irrigidiscono i sentimenti
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