Passa ai contenuti principali

Crederci

Le parole sono un dono straordinario. Senza parole come faremmo a dare un volto ai nostri pensieri? Ma le parole, anche, sono una trappola: le rigiri sulla lingua e sembra che non dicano altro che quello che hai già sentito, letto, immaginato. E qui, invece, si tratta di afferrare qualcosa che va più a fondo, che morde nella polpa stessa delle cose, che tocca il nocciolo del frutto maturo. Qui si tratta di usare le parole come una fionda. Che ti proiettino oltre.


E allora si tratta di lasciare le parole e di andare alle immagini che si trascinano dietro. E molto più ancora: di andare dalle immagini a guardare proprio dentro la vita. Per afferrare un senso ulteriore. Oppure per ricevere un messaggio nuovo.
 


 

Commenti

  1. La parola è espressione dell'anima, uccide e da vita. Bisogna imparare a parlare.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Un film della vita

Una volta mi bastava leggere tre quotidiani al giorno per avere la certezza, o quasi, di essere in contatto con la realtà. Oggi è piuttosto diverso. Sono disincantata. C’è tanta televisione, tanto internet, tante immagini. Nell’epoca ingenua le immagini dovevano mostrare la realtà, poi hanno finito per chiarire che mostravano innanzitutto se stesse. E forse è proprio quello che devono fare. Alla fine dobbiamo liberarci dall’idea che le immagini, ma anche le parole, mostrino qualcosa che si chiama realtà. Le nostre parole (e le nostre immagini) non mostrano: costruiscono la nostra realtà. La vecchia “realtà” è diventata “la cosa”. Ed è come se “la cosa” fosse lì, perennemente disponibile a mettersi in posa per noi. Apparentemente sotto la nostra direzione – poi è da vedere. “La cosa” è una miriade di comparse disponibili alla lavorazione del nostro film. Rovesciamento: non viviamo più nel mondo delle cose: tendiamo a vivere nel film costruito da noi. La realtà dunque non è ...

Sguardo di fuoco

Esci presto il mattino e lungo la strada ti avvii. Incendi le nuvole d’incanti, spalanchi voragini nell’umida terra che ti brama. Vibra l’aria d’intorno e in risonanza tremano i colli.   Chi e dove accordò quello sguardo di fuoco in sintonia con le meccaniche celesti? Amo i tuoi passi sulle foglie che cantano. Un sortilegio, il profumo di muschio che ti segue.      

Quale noi

Alcune cose, la natura te le dà da sé. Vengono su o fuori come i ravanelli. Ma tante altre, se le vuoi, le devi fare. Il senso è probabilmente qualcosa che non si trova bell’e fatto. Ci devi mettere del tuo.