Trova il tuo ritmo. Né lento, né frettoloso. E colloca tra una cosa e l’altra il silenzio, la distensione. Rivendica dai tuoi padroni il tempo della pausa, il ritmo della tua musica, gli spazi tra le note. Se ci riuscirai, ogni evento sarà Dio stesso, e nulla sarà più amabile, nutriente, perfetto, di quello che ti sta accadendo. Il tuo orto da coltivare, l’orto dove stanno nascendo i tuoi sogni.
Vieni, questa sera, con i tuoi piedini che suonano la tromba delle scale. Entra nell’abbraccio della mia casa. Aprirò la finestra e ti farò l’amore accarezzato dal vento delle stelle. Assaporerò i tuoi seni come pesche di vigna e le mie mani navigheranno sulle onde dell’oceano di dolcezza che tu sei. Cercherò le favole in mezzo ai tuoi capelli e respirerò la tua anima nel tuo respiro. Le mie reni sono sature di libidine di vita e le mani anelano a sollevare ogni velo. Tu sei la vita succulenta. E, benché ebbro, stordito e confuso dal nettare che trasuda la tua pelle, io sono io, pienamente consapevole, pieno, tondo, intenso e sano. E tu sei tu, lunare e luminosa.
In ogni cosa c'è un po' di Dio, tocca a noi scoprirlo e riconoscerlo.
RispondiEliminaCandida primavera
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