Uno degli assunti della creatività è che si possa migliorare la nostra vita lavorando sulla nostra mente.
La
mente non è più vista come un campo di semplice elaborazione più o meno
automatico di stimoli che derivano dall’esterno e che, quindi, determitano le nostre emozioni e nel condizionano i
nostri atteggiamenti nei confronti della realtà oggettiva.
Con la
creatività la mente è vissuta come un punto origine capace di
influenzare in qualche modo il corso degli eventi, dotata di una propria
autonomia e di un proprio spazio di iniziativa già al livello di
percezione.
Penso al paradossale destino dell’uomo, questo essere effimero capace di creare cose che durano più di lui.
E penso che forse è un segno, questo, della sua vocazione a lavorare per la vita, oltre i propri recinti personali. E immagino che di qui derivi quella intensa soddisfazione che l'individuo prova quando allarga i rami del suo frutteto oltre la cinta dell’orto. Quando il suo albero produce frutti in abbondanza per chiunque passi sotto e ne voglia.
E penso che la vita sembra non vada a economia, non faccia i conti all'osso, e che butti a miglioni quando serve solo uno. E che il di più non è spreco ma abbondanza.
Mi sembra di vedere Cosimo su un ramo
RispondiEliminaSe non percepisci... come puoi sapere?
RispondiEliminalongilia armonia
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