E, intanto, il desiderio.
Io ho preso sul serio il desiderio. Che chiamo sogno. Da tempo, ho fatto questo. Prendere sul serio il desiderio che ti abita.
Il desiderio. Che meraviglia che tu sia un desiderio. E che mistero. Cosa desideri? Cosa vuoi? E, lo vuoi ancora? Oppure hai lasciato affievolire questa voce che una volta ti sbatteva contro le pareti della tua casa, e ti chiedeva di uscire a avventurarti?
Penso al paradossale destino dell’uomo, questo essere effimero capace di creare cose che durano più di lui.
E penso che forse è un segno, questo, della sua vocazione a lavorare per la vita, oltre i propri recinti personali. E immagino che di qui derivi quella intensa soddisfazione che l'individuo prova quando allarga i rami del suo frutteto oltre la cinta dell’orto. Quando il suo albero produce frutti in abbondanza per chiunque passi sotto e ne voglia.
E penso che la vita sembra non vada a economia, non faccia i conti all'osso, e che butti a miglioni quando serve solo uno. E che il di più non è spreco ma abbondanza.
Il desiderio porta lontano...
RispondiEliminaQuesta sì che è arte
RispondiEliminaIl desiderio, che bel compagno di viaggio!.😉
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