Ascoltavo Coltrane, Out of this World, e mi dicevo che anch’io, sì non ci stavo a mio agio in questo mondo. Meglio il Coltrane di A Love Supreme, che mi faceva credere che l’immaginazione poteva trovare una strada. Ho un cervello troppo piccolo per controllare il mondo – dicevo – a mala pena riesco a gestire il mio appartamento. Vado poco più in là. Ma una piccola isola dove ricreare le energie e illudermi di conoscere la gioia di essere viva, questo sì, credo di averla… E ho voglia di scommetterci.
Vieni, questa sera, con i tuoi piedini che suonano la tromba delle scale. Entra nell’abbraccio della mia casa. Aprirò la finestra e ti farò l’amore accarezzato dal vento delle stelle. Assaporerò i tuoi seni come pesche di vigna e le mie mani navigheranno sulle onde dell’oceano di dolcezza che tu sei. Cercherò le favole in mezzo ai tuoi capelli e respirerò la tua anima nel tuo respiro. Le mie reni sono sature di libidine di vita e le mani anelano a sollevare ogni velo. Tu sei la vita succulenta. E, benché ebbro, stordito e confuso dal nettare che trasuda la tua pelle, io sono io, pienamente consapevole, pieno, tondo, intenso e sano. E tu sei tu, lunare e luminosa.
Puoi sapere se hai vinto la tua scommessa solo alla fine del gioco. Ma bisogna anche saper scommetere.
RispondiEliminaBellissima come sempre
RispondiElimina