Amo quella follia che è tipica degli innamorati, pronti ad avventurarsi e a sfidare ogni ostacolo pur di raggiungere l’oggetto del desiderio. Che è sempre la Bellezza. E amo l’amore dei poveri e degli inquieti. Di quelli che sono costretti dalla disperazione a trovare vie alternative, a ignorare le regole del gioco. L’arte scaturisce da loro come acqua di sorgente, selvatica e purissima.
Penso al paradossale destino dell’uomo, questo essere effimero capace di creare cose che durano più di lui.
E penso che forse è un segno, questo, della sua vocazione a lavorare per la vita, oltre i propri recinti personali. E immagino che di qui derivi quella intensa soddisfazione che l'individuo prova quando allarga i rami del suo frutteto oltre la cinta dell’orto. Quando il suo albero produce frutti in abbondanza per chiunque passi sotto e ne voglia.
E penso che la vita sembra non vada a economia, non faccia i conti all'osso, e che butti a miglioni quando serve solo uno. E che il di più non è spreco ma abbondanza.
Semplicità. Buon Anno.
RispondiEliminaMaurizio
Basta pensare per un po', alla fine si ingarbugliano i neuroni! Limitiamoci ogni tanto a vivere nel modo giusto.
RispondiEliminaIn effetti a volte affrontare la vita e le sue difficoltà è proprio un'arte.
RispondiEliminaAuguronissimi
in bilico, ma sempre bellissima!!
RispondiEliminala più bella!
RispondiEliminasono scarpe con tacco? sai, mi interessa il tema!!
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