Resto tra le case, sulla collina.
Voglio sentire il fruscio delle fronde, toccare la pelle degli alberi, entrare negli spicchi di cielo, fuori dai recinti.
Sul ciglio della strada, cammino a sinistra, per vedere in faccia l’auto che mi sfreccerà vicino. Non voglio sorprese alle spalle, che mi distraggano dal muschio sulla sponda, e dai sussurri delle felci, che raccontano storie antiche.
Voglio vedere la pianura, là sotto, dove i problemi ridimensionano l’ansia, da quassù.
Voglio sognare di essere nomade e pellegrino, per poco tempo, da queste parti.
Sentire l’urlo della solitudine per sorriderle in faccia.
E placare il mondo con l’indice e il pollice.
Vieni, questa sera, con i tuoi piedini che suonano la tromba delle scale. Entra nell’abbraccio della mia casa. Aprirò la finestra e ti farò l’amore accarezzato dal vento delle stelle. Assaporerò i tuoi seni come pesche di vigna e le mie mani navigheranno sulle onde dell’oceano di dolcezza che tu sei. Cercherò le favole in mezzo ai tuoi capelli e respirerò la tua anima nel tuo respiro. Le mie reni sono sature di libidine di vita e le mani anelano a sollevare ogni velo. Tu sei la vita succulenta. E, benché ebbro, stordito e confuso dal nettare che trasuda la tua pelle, io sono io, pienamente consapevole, pieno, tondo, intenso e sano. E tu sei tu, lunare e luminosa.
Ognuno doi noi almeno una volta è padrone dell'universo. Stiamo svegli, per accorgerci del nostro momento.
RispondiEliminaBellissimo profilo complimenti.
RispondiEliminaIo AMO le tue foto! e poi scrivi benissimo!
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