Passa ai contenuti principali

Ai piedi del grande vecchio

Sono molti gli amici della montagna. Erica si sente bene solo sopra i 2.500, così mi ha detto. Alessio adora i pendii innevati ai piedi delle Dolomiti. Anche altitudini più modeste accolgono i pellegrinaggi di persone in cerca di pace interiore, rinascita delle energie, pulizia dell’anima. Persino più delicate colline nutrono e sostengono il mestiere di vivere. 

Camminare alla presenza della montagna ha una sua magia: accedi al potere ricreativo della Natura Sapiente. 
Quanti importanti personaggi confessano di aver avuto le migliori idee camminando nella natura!
 Il mondo moderno, il mondo cittadino, il mondo cresciuto sotto le ali dell’industrializzazione e dell’esplosione tecnologica, ha una fame esplosiva di Natura.
 Molti cercano nella Natura lo spirito magico e animista di una religiosità arcaica, o il sentimento oceanico di un misticismo diffuso. 
Altri vi vanno a scoprire suggestioni tecnologiche geniali, elaborate dall’evoluzione nel corso di milioni di anni. 
La città, io credo, sente il bisogno di ristabilire un nuovo potente collegamento con la campagna e la natura, non più legato semplicemente alle necessità alimentari, ma a un bisogno più esteso e intenso che riguarda la qualità globale della vita. 
La cultura riscopre nella coltura le sue radici e il suo modello originario.





Commenti

  1. Un po' leggerina per stare nella neve...

    RispondiElimina
  2. una regina delle nevi !

    RispondiElimina
  3. è bellissimo quello che hai scritto condivido quello che hai scritto

    io sono innamorato della montagna

    RispondiElimina
  4. io ADORO la montagna. Mi da un senso di pace. Ogni volta che mi capita di andarci mi commuovo

    RispondiElimina
  5. e dopo il verde, diventi anche regina delle nevi! complimentoni!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Effimero e durevole

Penso al paradossale destino dell’uomo, questo essere effimero capace di creare cose che durano più di lui. 

 E penso che forse è un segno, questo, della sua vocazione a lavorare per la vita, oltre i propri recinti personali. E immagino che di qui derivi quella intensa soddisfazione che l'individuo prova quando allarga i rami del suo frutteto oltre la cinta dell’orto. Quando il suo albero produce frutti in abbondanza per chiunque passi sotto e ne voglia.  

E penso che la vita sembra non vada a economia, non faccia i conti all'osso, e che butti a miglioni quando serve solo uno.  E che il di più non è spreco ma abbondanza.       

Prendere corpo

E c'è stato un momento in cui ho deciso: "allora mi farò io da mamma! Nessuno può farlo meglio di me. Io conosco bene le mie esigenze!" 
Prendersi cura di sé è una scelta decisiva.
 Implica coraggio.
 Perché siamo stati educati ad un'etica dell'amore sacrificale.
 Ho scoperto che avevo questo potere.
Molte cose sono cambiate. Ma, soprattutto, la vita è diventata più dinamica, più avventurosa, più interessante.

Riflessioni sui campi di battaglia

Quanto tempo avrò ancora da vivere? I segnali del tempo che passa li sento anch’io. Ma che vuol dire? Forse che è ora di rassegnarsi a cosa? Un cavolo! Voglio essere viva quando viene l’ora. Voglio che tutte le mie energie – quelle che sono a mia disposizione – siano per  gustare la vita. Che è straordinariamente ricca. E mi piace che ci siano molte più cose in agitazione di quelle che io riesco a digerire. Questo senso straordinario che la vita è sempre troppo.         CUSTOSA Berto Barbarani Tra campi vignadi, la strada maestra se slonga, se slarga fra verdi de sesa, la riva del monte, la gira de là. Coi brassi incrosadi, così, a la finestra, mi vedo l’Ossario, Custosa, la ciesa e penso a le guere del tempo che è stà... Zò in corte do vache tacade al versòro, vien drento dai campi col muso a la stala; l’è l’ora de çena, del dolse dormir; ah forsi ste bestie sul bel del lavoro j-à verto ’na testa, j-à roto una spala, de veci soldadi, che stenta a...