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Dove camminavo...

La mia giornata è piuttosto piena. Ma ho sempre, alla sera, una sensazione di leggerezza.
Insomma, viaggio, cammino, mi muovo, è come una vacanza. Prendo il sole e l’aria aperta.

Penso quando cammino. Sono arrivata alla conclusione che camminando si pensa in maniera diversa. In maniera migliore. Si pensa con tutto il corpo. Il pensiero si coniuga al respiro e al metabolismo.
Una parte del pensiero è ascolto del corpo. Il corpo è fantastico nel riconoscere i pensieri che nutrono. Il corpo mette in circolo sostanze quando la mente incomincia a volare.
Dal pensare nasce tutto, per me. Nasce tutta la mia avventura.


Quando rientro a casa tutto sembra già pronto, cucinato. E non resta che sfornarlo. Metterlo in chiaro, proporlo, farlo camminare. 

Io credo che sto cominciando a vivere, finalmente.
E mi rendo conto che esiste un mondo parallelo – rispetto alle strade trafficate, agli stabilimenti e i centri finanziari…


Un mondo piuttosto popolato. Gente che cerca in primo luogo il senso – non il profitto.
Vedo che ce la fanno a pagare le bollette. E hanno l’impagabile: la gioia di essere al mondo.
Quasi tutti loro vanno a scuola dalla natura, dalla terra, dai boschi, dalla coltura della terra. È lì che imparano di nuovo a parlare. È di lì che traggono lezioni di vita. La frequentazione della natura dà loro nuove metafore, nuove parole.
 



 

Commenti

  1. Che bello trovare gente che sa ancora vivere nonostante la vita che non è vera vita

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Sguardo di fuoco

Esci presto il mattino e lungo la strada ti avvii. Incendi le nuvole d’incanti, spalanchi voragini nell’umida terra che ti brama. Vibra l’aria d’intorno e in risonanza tremano i colli.   Chi e dove accordò quello sguardo di fuoco in sintonia con le meccaniche celesti? Amo i tuoi passi sulle foglie che cantano. Un sortilegio, il profumo di muschio che ti segue.      

Specchio delle mie brame

All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.      

Scorrere leggeri

Non eravamo noi a provare l’amore, ma era l’amore che aveva preso noi e ci trascinava per territori nuovi. E volevamo essere leggeri. Sapevamo che dovevamo camminare agili e veloci per i sentieri che il tempo ci portava. Dovevamo avere avere gambe agili e piedi robusti. E braccia pronte ad afferrare i rami. E a nuotare nel mare della vita.