Passa ai contenuti principali

A sud dell’anima

Era un viaggio nel caldo del Sud, dove la vegetazione è lussureggiante e Peter Pan conduce ancora magicamente il suo vascello fatato.


Lei disse: Ho inventato un mondo fatto a posta per me. Era meglio di quello che mi raccontavano gli altri – i soliti ragionevoli signori che hanno deciso che s’invecchia e si muore – perché ci si affatica troppo a vivere. E l’eco delle loro raccomandazioni rimbalzava ancora nel fondo della grotta.

Solo Jardy sapeva raccontare la storia dell’avventura umana con un po’ di brivido addosso. E, in quella circostanza, disse cose che ci obbligarono a fermarci a riflettere almeno un momento.


Lei disse: Oggi sono i ragazzini a capire quel che sta succedendo. Quegli altri – i grandi – sono troppo pieni di lardo inquinato per far uscire dal loro cervello pensieri che rinfrescano l’aria e accendono il sogno.


Ah!, com’è faticoso vivere! – dicono loro. E hanno messo già il culo sulla tavola in discesa che porta alla fossa nel cimitero. Nella fretta di morire, si adoperano per perdere vita, già oggi, giorno dopo giorno.


I ragazzini sanno che il mondo comincia oggi e sono pronti a giocare e mettersi in gioco. Per questo Peter Pan non voleva diventare mai grande.


E io navigo, su questo vascello, nell’Oceano dell’Essere.

E mi sento benedetta, per il fatto di esserci a guardare e trafficare. In questa sorta di avventura che chiamiamo vita.






Commenti

Post popolari in questo blog

Un film della vita

Una volta mi bastava leggere tre quotidiani al giorno per avere la certezza, o quasi, di essere in contatto con la realtà. Oggi è piuttosto diverso. Sono disincantata. C’è tanta televisione, tanto internet, tante immagini. Nell’epoca ingenua le immagini dovevano mostrare la realtà, poi hanno finito per chiarire che mostravano innanzitutto se stesse. E forse è proprio quello che devono fare. Alla fine dobbiamo liberarci dall’idea che le immagini, ma anche le parole, mostrino qualcosa che si chiama realtà. Le nostre parole (e le nostre immagini) non mostrano: costruiscono la nostra realtà. La vecchia “realtà” è diventata “la cosa”. Ed è come se “la cosa” fosse lì, perennemente disponibile a mettersi in posa per noi. Apparentemente sotto la nostra direzione – poi è da vedere. “La cosa” è una miriade di comparse disponibili alla lavorazione del nostro film. Rovesciamento: non viviamo più nel mondo delle cose: tendiamo a vivere nel film costruito da noi. La realtà dunque non è ...

Sguardo di fuoco

Esci presto il mattino e lungo la strada ti avvii. Incendi le nuvole d’incanti, spalanchi voragini nell’umida terra che ti brama. Vibra l’aria d’intorno e in risonanza tremano i colli.   Chi e dove accordò quello sguardo di fuoco in sintonia con le meccaniche celesti? Amo i tuoi passi sulle foglie che cantano. Un sortilegio, il profumo di muschio che ti segue.      

Specchio delle mie brame

All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.