Noi sentivamo che il centro della faccenda era l’amore. E sapevamo di essere ignoranti – terribilmente ignoranti – in materia. Il nostro sentimento era pieno di nostalgia per ciò che avrebbe potuto essere, di quello che le nostre storie passate sarebbero potute diventare. E sentivamo che questa era ignoranza. Come rimpiangere i libri e i film letti o visti.
La punta della nostra coscienza ci diceva che l’amore era davanti, e che doveva essere scoperto e inventato. Noi sentivamo che non c’erano limiti a questo. Né l’età, né il denaro, né il sapere.
Non eravamo noi a provare l’amore, ma era l’Amore che aveva preso noi e ci trascinava per territori nuovi. E volevamo essere leggeri. E, oltre a pulire le nostre cantine, sapevamo che dovevamo camminare agili e veloci per i sentieri che il tempo ci portava. In fondo, pulivamo le nostre cantine, e gettavamo nei cassonetti decenni di passato, solo per essere leggeri come gli opliti. Per avere gambe agili e piedi robusti. E braccia pronte ad afferrare i rami. E a nuotare nel mare della vita.
La luce e l’aria di quell’Agosto – che molti dicevano morto – ci dava come l’abbrivio di un discorso e di un racconto che solo noi avremmo potuto continuare.
L'amore non credo si possa imparare, si conosce o meglio si riconosce. E' dentro di noi da sempre, è un vestito che troppo spesso non sappiamo di indossare o di avere pronto nell'armadio. Siamo più ciechi che ignoranti, l'amore è davanti a noi ma non lo vediamo o non lo vogliamo vedere perchè amare a volte costa tanto. La paura di pagare troppo ci impedisce di capire che l'amore non ha prezzo, è l'essenza dell'uomo e senza non serve vivere. E in questo senso si, davvero possiamo essere ignoranti.
RispondiEliminaLa leggerezza della profondità. Molto carino lo scritto, complimenti
RispondiEliminaSempre ottimi tidultati
RispondiEliminama che meraviglia!
RispondiEliminadove compri i tuoi abiti? sono strepitosi!
RispondiEliminache artista!
RispondiEliminaSi è sempre ignoranti quando si tratta d'amore
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