Passa ai contenuti principali

Ritorno alla natura


Sono attenta a coltivare il mio orto (metafora) ma non per rinchiudermici. Mi piace pensare di fare qualcosa di gradevole, piacevole, magari utile per gli altri. Ma è bene che cerchi di non immettere nel grande minestrone della comunicazione prodotti inquinati dalle mie nevrosi, dalle mie paure, dai miei risentimenti, dai miei dolori. Perciò cammino: mi fa star bene, mi consente di digerire la vita, di metabolizzare l’esperienza, di creare le condizioni migliori per partorire bei pensieri.

Il ritorno alla natura di molte persone credo voglia dire desiderio di ricominciare daccapo la bella avventura umana, uscendo fuori da tutto l’inquinamento che un lungo periodo di aggressività ha accumulato attorno e dentro di noi, nelle nostre città, nel nostro corpo e nella nostra anima.

Guardo il cielo e penso che un giorno ci andremo a scorrazzare tra le galassie. Stiamo imparando. Dobbiamo imparare dalla natura e dai suoi equilibri a creare un ambiente sano e vivibile da portare con noi negli spazi. Dobbiamo sviluppare la tecnologia necessaria per esplorare l’universo. Dobbiamo innanzitutto imparare a lavorare d’accordo in maniera creativa per non portare la guerra anche nello spazio, come prefigurano i film di fantascienza.

Bisogna imparare a vincere la guerra arrivando alla radice nel nostro più intimo. Uscire fuori da io ho ragione tu hai torto, fuori da io vinco tu perdi. Trovare nuovi modi di avere ragione e vincere insieme.

Anche il pensare deve ritrovare il suo processo naturale ed ecologico. Che il pensiero sia davvero un concetto (concepito) di un processo di fecondazione e gestazione sano e paziente (naturale), come i buoni frutti della terra, come i sani cuccioli delle femmine. 




Commenti

  1. Bello rivederti tra veri fiori

    RispondiElimina
  2. Hai mai pensato di scrivere un libro dove racconti le tue immagini?

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Specchio delle mie brame

All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.      

Il mio presente

 Io vivo questi tempi e le loro sfide come il periodo più interessante della storia. D’altra parte è la mia epoca. Voglio dire che non ho mai sentito il bisogno di elogiare il passato rispetto al presente come se si fosse perso qualcosa. Le sfide sono lì a sollecitare il coraggio e l’industria, l’iniziativa, l’immaginazione, la ricerca.

Mettere ali

 Uscirò dal guscio, che prima protegge ma poi imprigiona, e metterò le ali.