Penso al paradossale destino dell’uomo, questo essere effimero capace di creare cose che durano più di lui.
E penso che forse è un segno, questo, della sua vocazione a lavorare per la vita, oltre i propri recinti personali. E immagino che di qui derivi quella intensa soddisfazione che l'individuo prova quando allarga i rami del suo frutteto oltre la cinta dell’orto. Quando il suo albero produce frutti in abbondanza per chiunque passi sotto e ne voglia.
E penso che la vita sembra non vada a economia, non faccia i conti all'osso, e che butti a miglioni quando serve solo uno. E che il di più non è spreco ma abbondanza.
Dove fuggi?
RispondiEliminaquando non so cosa fare - ho delle difficoltà problemi da risolvere per un momento cerco di dimenticarmi di fare un vuoto nella mia mente
RispondiEliminavado su un colle è ammiro i paesaggi difronte a me vedo il mare calmo tranquillo le barche con i pescatori qualche nave da lontano che passa veloce
la distesa del mare immenso che segna l'orizzonte rotondo della terra poi passeggio in mezzo alla pineta vado a trovare gli amici se posso li aiuto penso sempre al positivo delle persone
quando ero giovane andavo in montagna in cima in vetta li era meraviglioso si vedeva un panorama bellissimo un silenzio ---in te entrava la pace la tranquillità ci si sentiva fratelli con la gente in vetta ci si sente liberi dentro di noi stessi
un corsetta tra la nebbia dei pensieri..bellissima
RispondiEliminasembra tratta da un film!
RispondiEliminama dove scappi?? :) non andartene che noi siamo tuoi fans!
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