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Leggera, la parola libera

Mi piace come sto vivendo. Tutto è slancio e meraviglia. Io vado in giro a cercare gente che mi assomiglia. Che ha qualcosa che mi parla. E mi parla di quell’altrove verso cui sto muovendo la mia vita. Gente che mi colma gli occhi di stupore. Gente comune, ma talmente straordinaria da fare all’improvviso cose che non aveva mai fatto e da riconoscersi lì dentro. 



Non voglio un linguaggio che imprigioni le possibilità nascoste nel ventre delle cose. Non voglio dunque definizioni e spiegazioni. La parola che amo è quella che libera le colombe dalla gabbia, che scioglie i vincoli della gravità e fa uscire dalla terra i germogli che vi si celavano. Adoro la lingua che crea accompagnando il potere di nascita del possibile. 

Una lingua che riesce a scalfire la presunzione dell’impossibile. 

Una lingua leggera come una bacchetta magica. Sposata alla gioia di essere al mondo. Ebbra della sua stessa ignoranza. Capace di cercare la chiarezza nei tratti delle parole affascinate dal senso. Una chiarezza che non è copione rigido. Ma luminosità dell’imprevisto. Folgorazione della visione. 



È nella natura, lontano dai giornali, che nutro uno sguardo nuovo sulla famiglia umana. Molta gente corre alla terra. Fugge lo stress e la competizione. Cerca pace e gioia per i pochi giorni che ci sono dati. E amore. 



Voglio una parola che accompagni questo viaggio. 


Commenti

  1. Bello saperti felice. Calze rosse top!

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  2. ma che ginnica! bravissima!

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  3. un piacere visivo assoluto! bellissimaa

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  4. le tue parole mi ispirano sempre! è un piacere leggere i tuoi post

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Sguardo di fuoco

Esci presto il mattino e lungo la strada ti avvii. Incendi le nuvole d’incanti, spalanchi voragini nell’umida terra che ti brama. Vibra l’aria d’intorno e in risonanza tremano i colli.   Chi e dove accordò quello sguardo di fuoco in sintonia con le meccaniche celesti? Amo i tuoi passi sulle foglie che cantano. Un sortilegio, il profumo di muschio che ti segue.      

Specchio delle mie brame

All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.      

Scorrere leggeri

Non eravamo noi a provare l’amore, ma era l’amore che aveva preso noi e ci trascinava per territori nuovi. E volevamo essere leggeri. Sapevamo che dovevamo camminare agili e veloci per i sentieri che il tempo ci portava. Dovevamo avere avere gambe agili e piedi robusti. E braccia pronte ad afferrare i rami. E a nuotare nel mare della vita.