Mi piace come sto vivendo. Tutto è slancio e meraviglia. Io vado in giro
a cercare gente che mi assomiglia. Che ha qualcosa che mi parla. E mi
parla di quell’altrove verso cui sto muovendo la mia vita. Gente che mi
colma gli occhi di stupore. Gente comune, ma talmente straordinaria da
fare all’improvviso cose che non aveva mai fatto e da riconoscersi lì
dentro.
Non voglio un linguaggio che imprigioni le possibilità
nascoste nel ventre delle cose. Non voglio dunque definizioni e
spiegazioni. La parola che amo è quella che libera le colombe dalla
gabbia, che scioglie i vincoli della gravità e fa uscire dalla terra i
germogli che vi si celavano. Adoro la lingua che crea accompagnando il
potere di nascita del possibile.
Una lingua che riesce a scalfire la
presunzione dell’impossibile.
Una lingua leggera come una bacchetta
magica. Sposata alla gioia di essere al mondo. Ebbra della sua stessa
ignoranza. Capace di cercare la chiarezza nei tratti delle parole
affascinate dal senso. Una chiarezza che non è copione rigido. Ma
luminosità dell’imprevisto. Folgorazione della visione.
È nella natura,
lontano dai giornali, che nutro uno sguardo nuovo sulla famiglia umana.
Molta gente corre alla terra. Fugge lo stress e la
competizione. Cerca pace e gioia per i pochi giorni che ci sono dati. E
amore.
Voglio una parola che accompagni questo viaggio.
Bello saperti felice. Calze rosse top!
RispondiEliminama che ginnica! bravissima!
RispondiEliminaun piacere visivo assoluto! bellissimaa
RispondiEliminale tue parole mi ispirano sempre! è un piacere leggere i tuoi post
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