Passa ai contenuti principali

Ivo

Ivo s’ammantò, per decenni, del cromatismo smaltato di certi sogni che si fanno alle sette di sera, nella sala da tè, mentre intorno è profumo e bisbiglio e qualcuno, seduto di fronte, sorride.
Ivo conobbe Jiro, giovane del kabuki, una notte che ambedue dormivano sotto cartoni mézzi d’umidità, a poca distanza l’un l’altro, dietro una palazzina verde di muffa. Ivo puzzava senza essere vecchio. Jiro fu gentile e passò la notte a parlargli.
Negli anni, Jiro riuscì a darsi una posizione invidiabile. Guadagnò molti soldi, grazie alla cura che impiegava nel soddisfare i clienti. Il compito d’Ivo, d’allora, fu tenere in ordine casa e giardino e prenotare, ogni dì, alle sette di sera, quel tavolo per due alla sala da tè, per bere gyokuro.
La notte, poi, Ivo faceva da femmina o maschio, a seconda di quel che, durante il giorno, Jiro aveva dovuto subire.



Commenti

  1. Una storia drammatica quella di Ivo. Strana e triste. Il té come elemento centrale. Bellisimo racconto e molto poetico. Da leggere ad alta voce per assaporare le parole.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Sguardo di fuoco

Esci presto il mattino e lungo la strada ti avvii. Incendi le nuvole d’incanti, spalanchi voragini nell’umida terra che ti brama. Vibra l’aria d’intorno e in risonanza tremano i colli.   Chi e dove accordò quello sguardo di fuoco in sintonia con le meccaniche celesti? Amo i tuoi passi sulle foglie che cantano. Un sortilegio, il profumo di muschio che ti segue.      

Specchio delle mie brame

All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.      

Il viaggio

 Sì, lo so. Si dice “il viaggio”, più che la “meta”. Ma la Terra Promessa”?