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Visualizzazione dei post da febbraio, 2025

Libri

Ti piace leggere? Il pensiero critico autonomo e personale è una finestra dalla quale guardiamo il mondo. Quello che guardiamo sarà sempre il cibo di cui nutriamo la nostra vitalità. O l’avveleniamo. Io dico spesso che amo molto leggere. L’espressione non è precisa: amo molto leggere libri che mi piacciono e che mi danno qualcosa, libri che nutrono la mia voglia di vivere, la mia creatività, l’immaginazione pragmatica per affrontare l’esistenza e le sfide che comporta, compresa quella di scoprire le opportunità delle circostanze che capitano. Ora devo fare una confessione. Ho speso un vero patrimonio per acquistare tanti libri promossi dalla pubblicità come dei must e devo confessare che appena lette le prime pagine mi sono resa conto che non ci avrei capito molto e soprattutto non ci avrei tratto niente di buono e di utile per me. E allora? Devo continuare la fatica di leggere solo perché la critica letteraria (e la pubblicità promossa dalla casa editrice) sostiene che si tratta di un...

Le città invisibili

Freud fa l’esempio del ragazzotto di umili origini che finalmente è assunto in una ditta importante. È molto felice ed eccitato e quando si reca al lavoro, o quando esce dalla fabbrica, mentre cammina, sogna a occhi aperti. Immagina che lavorerà duro, sarà apprezzato dai suoi superiori, salirà di livello, sposerà la figlia del principale e arriverà un giorno a dirigere l’intera azienda. È un esempio semplice e calzante: mostra come nasce l’arte, la letteratura, il film. E mostra anche come quest’attività creativa del pensiero e del sentimento abbia un ruolo importante non solo per creare opere d’arte, ma anche e forse soprattutto per fare della propria vita un’opera d’arte. Il mondo che immaginiamo sotto lo stimolo del desiderio precede e nutre il progetto efficace, quello che riesce a mutare e migliorare la vita concreta. Ne è la sorgente sia perché anticipa nell’immaginazione ciò che sarà realizzato, sia perché sostenta con l’emozione e la passione il lavoro di realizzazione lungo tu...

Vado a pelle

E a sera lasciava che le vicende del giorno si rimescolassero nella testa, semmai riuscisse, prima di andare a letto, a mettere un po' d'ordine.  

Qualcosa che ci si aspetta

Mi aspetto qualcosa, vero?
 Tutto è un dono. Nel senso che ho le mani, ho le gambe, e forse anche qualcosa che assomiglia a un talento. So fotografare, so scrivere, parlare, vorrei imparare a suonare. Voglio proprio imparare a suonare. È troppo bello. Mi dico che  è successo questo, io sono viva, ho le mani, le gambe, il cuore che batte e ho dei sentimenti.  Tutte queste cose non le  mica fatte io. È tutto una specie di dono, come dicono quelli che sanno parlare: tutto è Grazia. È tutto gratis.
 E, nello stesso tempo, ci si aspetta qualcosa. Qualcosa avverrà? Qualcosa deve avvenire.   

Stratificazioni

Salvatore è un amico speciale. Non l’ho mai visto. Ci scriviamo via whatsapp ogni tanto. Ma quello che me lo rende vicino è questo: a volte,  quando gli salta in testa, mi telefona da Messina e mi porta ottimismo, energia, lucee fantasia. Prima di Internet queste cose non accadevano. Perché Salvatore appartiene a una vita nuova, mescolata con quella di tutti i giorni, quella che abbiamo imparato nei tempi dell’infanzia, quando le cose erano diverse. La vita è fatta un po’ come ciò che scoprono gli archeologi: stratificazioni di tempi diversi. Sono coì  le nostre città, e le nostre stesse coscienze. Strati, tutti vivi e presenti. Tutti  questi strati funzionano con i loro  tempi i loro valori, lle loro atmosfere. Noi siamo come viandanti, o come primi cittadini che fanno l’esperienza di una molteplicità sovrapposta, e inafferrabile. I mondo ha perso, nel giro di poco tempo,  la sua struttura semplice, comprensibile, rappresentabile e tutto è diventat...

Cosa ne fai di quel che accade?

La strada sterrata 
i vecchi pali della luce
 ci ripassava le poesie del Foscolo
 a destra i paletti della rete
 "forse perché della fatal quiete…"

Sogni ad occhi aperti e lucidità

Bisogna accettare la realtà? Certo. Niente fughe nelle illusioni? Non delle fughe ma un’ascesa, per poi ritornare. Quando torni da quei sognu porti dentro qualcosa che assomiglia a un potere.

Specchio delle mie brame

All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.