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Visualizzazione dei post da luglio, 2023

Tra la malva e le vigne

Io vorrei rifiutare ogni dogma, ogni dottrina. Anche la più straordinaria sul piano spirituale. Perché sapere le cose prima, avere in tasca un’interpretazione per ogni evento – ed è quello che le dottrine consentono e suggeriscono – impedisce in qualche modo di vivere davvero. Perché la vita vera è evento. È ciò che avviene. E ha la sua dimensione di sorpresa e di rischio. Che può andare a finire bene o male. A cui ti puoi preparare sviluppando i muscoli e l’arguzia. Ma ti prego: risparmiati un’interpretazione a priori. Pensa che ci sono grandi opportunità dentro ciò che sta accadendo, ma ancora non le hai viste. Aguzza lo sguardo per cercarle. Piangi e disperati finché non le vedi. E semmai le intraveda, allora esulta. E sarà come sentire la cresta dell’onda direttamente dentro di te, nel centro del cuore.
E tutto quello che sei e che ancora non è nato, incomincerà a prendere corpo.

Calma piatta

Sentivo con molta chiarezza che la mia vita era fatta per stare all'aperto e mi domandavo come ho potuto resistere tanto tempo a un tavolo nel chiusa di una stanza.  

Draghi marini

C’è aria sveglia, frizzante. 
E verranno ore di sole. E io correrò,  sulla spiaggia, 
a espormi a pensieri
 di giovinezza.    

Acque mosse

Il sogno urge dentro
 E prendo il mare,    

Parlando con Diego, nel bosco

Mi hanno ammaliato fin da bambinia, questi personaggi.
 Quelli che sono in ricerca, che sognano la verità, o l’amore, o la fede.
 Ho sentito calde vibrazioni nel cuore alle parole con cui il figliol prodigo viene accolto al suo ritorno nella casa del padre.
 So di non essere perfetta ma sono fiera di essere al mondo e mi ritengo speciale.
 Rientro in un grande disegno che, per altro, non conosco.
 Posso, per prima, avere compassione delle mie miserie, ma gonfio il petto per certi attimi di slancio, dove sentio la presenza del dio.
 Ho pensato di avere il mio contributo da dare al miglioramento del mondo. E lo cerco ancora, mentre cerco di trovare il mio vero volto.
 Non sacrificherò la cura di tutti per la ricerca della mia perfezione.
 E, se ho trovato la pace e la calma profonda, qui, nel bosco, suderò dentro la mia maglietta per occuparmi di chi mi cammina a fianco. 
E farò in modo che la mia morte, con tutti i suoi interrogativi, mi sorprenda ancora con il mistero di ciò che potreb

Delle volte è così rapido

Non si pensa mai così tanto alla propria felicità come quando se ne soffre la mancanza!      

Povera patria

Non cambierà, diceva la canzone. E lo ripeteva in maniera suadente. E parlava dello stivale dei maiali che affonda nel fango. Gli fa male vedere un uomo come un animale. Non cambierà, continuava a ripetere. Ma poi: Sì che cambierà, vedrai che cambierà. Si può sperare che il mondo torni a quote più normali. Che possa contemplare il cielo e i fiori, che non si parli più di dittatura.    

La grande madre

ll grande seno della donna che nutre. Ci sto pensando. Mi sembra di poter dire: un tempo sono stata nel ventre di mia madre. Pensava a tutto lei. Io vivevo senza dovermi occupare di nulla. Sono nata col cesareo. Sarà un segno che non volevo uscire? Mi hanno tirato fuori a forza. Altrimenti sarei morta.
 La Natura è dura in questo discorso. Il ventre che ti ha concepito e nutrito, a un certo punto ti espelle, violentemente, fuori, nel mondo. La tua vita inizia come espulsa dal territorio che era la tua patria. È come esule nel mondo che tu diventi qualcuno. E scopri – e costruisci – il tuo potere e la tua forza. Ma sempre con la nostalgia del paradiso perduto. L’ambiguità della figura della madre.
 Quella che ti ha concepito, nutrito e ti ha espulso.
 Quella che ti potrebbe trattenere e soffocarti, fino alla morte.
 Quella che ha creato l’archetipo di un luogo paradisiaco la cui mancanza ti spinge a cercare e costruire. E dopo il ventre, il seno.
 Chi soddisferà la tua fame?
 Chi colmer

I gigli nei campi

Si alzava presto.
 A pesca di idee.  
Pensieri che aprono l'orizzonte,  
che alimentano il fuoco interiore. 
Che danno forma ad azioni costruttive. 
Che fanno della giornata un terreno ubertoso.  

La gloria

Quando ero ragazzina, alle medie, erano i Poemi Omerici a disegnare gli scenari delle mie aspirazioni e di quelle dei miei compagni. La madre di Achille gli faceva un discorso piuttosto esplicito e diretto: se non parti per la guerra, ti sposerai, avrai figli e loro ti daranno nipoti. Parleranno di te, certamente, e ricorderanno i tuoi gesti. Ma alla terza generazione già si dimenticherà il tuo nome e tu cadrai nel nulla. Se vai alla guerra, non ritornerai, non avrai figli e nipoti, ma le tue imprese faranno parlare di te per mille e mille anni! Lo confesso che il richiamo della Gloria era molto forte su di me a quei tempi. E che mentre altri compagni preferivano l’umanità di Ettore alla fierezza spregiudicata e alla forza guerriera di Achille, i miei pensieri erano attratti irrimediabilmente da quest’ultimo. La predizione della madre di Achille è stata confermata. Ancora oggi noi parliamo di lui e di Paride, di Priamo, di Ettore, di Elena, di Ulisse… Forse era una faccenda da ragazzin

La filosofia e lo stupore

E tra le domande, mi sono ritrovata questa nella corrente del pensiero: tutta questa bellezza di dettagli luminosi e colorati, chi la guarda quando io distolgo lo sguardo? Quando non ci sono? Chi la guarda e ne gode, allora, di modo che non sia sprecata?      

Viviamo strani giorni

Qualcosa è tornato. Qualcosa che ho conosciuto nel passato. Qualcosa di piacevole. Qualcosa tipo vie en rose.  

Désir qui prend corps

Mi piace alzarmi e sentire l’odore di un possibile giorno. Riempire gli occhi dei sogni più belli che accompagnano il mio viaggio. 

 Pellegrina della bellezza, e del sentire. Sospesa – come piace a me – in questa dimensione da cui partono scorribande per il mondo. 

 Fluido lo schermo della mente, le immagini vi scorrono danzando: non ci stanno neanche tutte. Sembra tutto altrove eppure i piedi sono a terra. 

 Una grande voglia di dire, di raccontare. Di inventare la mia storia impastando la terra con la fantasia, nel momento stesso in cui le cose accadono. 

 Non mi manca il passato, non ho nostalgia di qualcosa che avrei perso. Scorro via col presente verso un altrove, che è già dentro di me. Tremo di emozione davanti al possibile e ho fiducia nelle mie forze e nella corrente stessa della vita. 

 I tempi, per me, sono giusti. Quello che avviene, la sorte… mi va bene. È lì che muovo le braccia, i piccoli passi e mi sembra di saltare, come un giovane navigatore dell’essere.         

Chi ci spiegherà la vita?

Chi ci spiegherà la vita? Spiegare la vita è troppo! Il desiderio di sapere fa parte di noi. Ma spiegare la vita è troppo!