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Visualizzazione dei post da marzo, 2024

Come bambini

La cosa migliore è parlare semplice. Come bambini. Perché noi siamo bambini che cercano di far finta di essere diventati qualcun altro, per via del linguaggio un po’ più articolato e complesso che abbiamo acquisito. Allora, torniamo indietro. Bambini, dicevo. Ed ecco le urla di chi sente la distanza tra ciò che sogna nel cuore e quel che succede. In tutto, anche e soprattutto nell’amore. L’amore? Non c’è anche qui quest’enorme distanza tra il sogno e la realtà? 
Io mi lascio colpire dai colpi di scena. A volte, le più coraggiose, mi sembrano essere quelle persone che decidono di lasciar perdere l’amore – tranne che l’amore irrompa di soppiatto e del tutto imprevisto nella loro vita… – di lasciar perdere l’amore, dicevo, e di dedicarsi a qualcosa che, in proprio, appaia degno di spenderci le energie e il tempo.   

Band

Ho sempre sognato di scoprire la formula per lo spartito ideale. La vita creativa. Quella piena che senti dentro pulsare sotto la pelle, in ogni momento.
La vita normale, la più ragionevole e meritoria, è niente a confronto della vita ispirata. In quest’ultima non c’è niente, forse, di meritato. Tutto consiste nel tenere la vela aperta, mentre il vento ci soffia dentro. È grazia allo stato puro. Oh, sì, come sarebbe bello. Fosse tutto come suonare alla tastiera.    

Freccia di penetrazione

...e i suoi sogni erano cavalli in corsa, salti nei boschi e lo struggente mormorio della vita dentro le vene..    

Nuvole e vita

Non abbiamo più a che fare con cose. Ma con entità, enigmi, complotti, epifanie, messe in scena, testi criptati, e svelamenti.  È il mondo del romanzo d’avventura.  L’intuizione vale quanto un pasto. L’idea quanto una nascita.    

Elogio a Peter Pan

Per quel che ne capisco io, la posta in gioco del lavoro quotidiano che si fa su noi stessi per attraversare la vita, le sfide, i problemi, le cose da fare, gli spazi e i tempi da riempire, concerne lo spirito con cui lo facciamo.
Personalmente vorrei essere sempre gioiosa, appassionata, vitale al cento per cento, e provare sensazioni intense, un chiaro senso della direzione di marcia, e la luce negli occhi di chi sente che tutto è bello. Vorrei dare la mia impronta a tutto quel che tocco, essere a modo mio. Vorrei avere una mia storia di cui andare fiera. Da poterla raccontare con quell’atmosfera magica con cui ho sentito da piccola raccontare le storie d’avventura.
 Tutto questo, probabilmente, è un segnale del fatto che non ho mai sentito grande fascino per il “mondo dei grandi”, dove regnano parole seriose che alludono alla responsabilità, al dovere, al rispetto delle regole. Ho accettato probabilmente con maggiore propensione il punto di vista dei “ragazzi” che trovano il mondo de

Primavera

Lunga l’attesa. Poi, finalmente, arriva Primavera. Colori, ancora pallidi di notte, si affacciano timidi in cerca di sole. Un fuoco dentro, caminetto del corpo, distende rigori antichi. Sogni con ali colorate, farfalle del desiderio, tentano le porte del tempo. È ora…        

Il futuro mi accende

Amo l’intelligenza che sa evocare energie, che sa eccitare la mente, sollecitarla a mettere al mondo cose che prima non c’erano, a rinnovare la vitalità bambina, curiosa, intraprendente, capace di gioire del suo lavoro, sempre di nuovo, ogni mattina.    

La zona

Certamente! I momenti più belli sono quelli della “zona”. I momenti in cui gli incanti escono dalle mani. Chissà dov’è il cuore in quei momenti?  E saprei dire esattamente, con efficacia, quello che provo? E conta molto?
Vengono in mente fantasie che non stanno con i piedi per terra. E le lasci fluire negli spazi di quella geografia che chiamo “altrove”, per qualche motivo. Ma che è qui e ci sei dentro.  I momenti in cui le cose nascono. Uno pensa: è questa la logica della creazione? Che non sai niente prima e solo dopo che le cose sono venute alla luce ti rendi conto che è successo?    

Nuovo

Che cosa ci ha spinto e ci spinge ad andare avanti se non i nostri sogni?

Una buona giornata

Che giornata oggi, con questo sole tutto primavera! Ma ti rendi conto che essere al mondo, come si dice, è una meraviglia?
 Un granellino dell’universo – certo il dio è temibile. Come fa a gestire tutta questa baraonda? – dicevo, un granellino che si sveglia un po’ e capisce di essere in questa giostra della vita!
 Io, a questo pensiero, parto per la tangente. Te lo giuro, sono fuori di testa. Mi sono resa conto – io credo che le cose stiano in questo modo – che  le nostre congetture – dico di noi umani, con tanto di storia e accumulo di cultura – beh, sono una piccola cosa, un affarino piccolo così. Eppure su cos’altro potremo basarci per fare i nostri passi? Allora, io dico, giochiamoci i nostri sogni. Ma dai! Non mi verrai a raccontare che fare il burocrate di tutte quelle scartoffie ti riempie l’animo. Giovanni! Hai appena passato i trentacinque.
 Ma è una pagliuzza nel tempo.
 Ma i tuoi sogni… no, quelli no. Quelli non li puoi lasciare naufragare nella deriva della corrente. Quell

Tra i fiori, al mattino

Prepararmi alla giornata stando al sole è per me un vero piacere. Un momento di connessione con quello che sono, che sento, con le paure e con i sogni. È un momento per ricostruire la fiducia, la speranza. Per diventare più consapevole della bellezza e del dramma.    

Ninfa in cerca d’acqua

Mi sembra proprio che siamo continuamente lì ad architettare qualcosa che manifesti il senso delle nostre giornate.
Delle volte viene facile. Gli eventi scorrono nella dolce pendenza e il fiume si allarga aprendo orizzonti dolcissimi.
 Altre volte è come attraversare un roveto. Graffi da tutte le parti.
 Altre volte ancora è come tramare una fuga, rinchiusi in una prigione.  

Le persone

Era il tempo dedicato alle persone. E cercavo di leggere nel volto, nei gesti, nei racconti, un’altra geografia, quella che raccoglie il segreto esistenziale di ognuno, la presenza della fiammella interiore, il peso del dolore, il vento dell’entusiasmo, gli effetti della passione e dell’amore.      

Gli occhi delle donne

 Lo faranno altri.
 Certo, altri celebreranno degnamente le grandi conquiste e le nuove sfide della storia delle donne. Io guardo con intensa commozione quegli occhi… Occhi la cui profondità parla ancora di charme e mistero. Occhi che racchiudono un segreto. Come se vi fosse riflessa tutta la luce della commozione di essere vivi.
Come se vi si specchiasse tutta la nostalgia di ciò che manca. Occhi che danno vita. Altri celebreranno la fierezza delle donne.
 Io voglio esprimere commossa gratitudine per quello sguardo che le donne regalano alla vita.    

Emigrare

E ci trovavamo ogni tanto nel bosco.
 Diego disse: è un mondo vecchio! Disse: guardate! C’è l’orario di lavoro che divora le nostre giornate. Non ci sottrae solo il prodotto del nostro lavoro. Ma ci depriva del nostro stesso progetto di vita. Noi coviamo il nostro progetto di vita sotto la cenere. Riusciamo a mala pena ad accenderlo la sera, come un fuoco. Perché non abbiamo tempo. E, dopo la giornata di lavoro, non abbiamo più neanche le forze.
 I più lo hanno lasciato svaporare. Il loro tempo è tutto occupato. C’è il loro lavoro, il loro stipendio, ma non ci sono più loro. Io ascoltavo. Sentivo indignazione. Ma non riuscivao a capire quale rivolta, quale rivoluzione, ci avrebbe portato a recuperare il nostro tempo, il nostro progetto di vita. Diego era stanco. Stanco di fare rivoluzioni – cioè di partecipare a rivoluzioni disegnate da altri. Alla fine – diceva – è sempre la stessa cosa. Una giorno, invece, venne Amina. Era una magrebina, immigrata. 
Era la fidanzata di qualcuno.
 Fum

Il valore dell’Espressione

E a sera lasciava che le vicende del giorno si rimescolassero nella testa, semmai riuscisse, prima di andare a letto, a mettere un po’ d'ordine.  

Bianca

Bianca ha l’espressione di chi ha considerato con spregiudicatezza radicale la situazione e si è decisa in maniera assolutamente determinata.  Bianca ha appena vissuto uno di quei momenti decisivi dell’esistenza da cui dipende il senso della propria storia.    

Antifragilità

Nella vecchia casa di famiglia, nel centro del paese, il ragazzo batteva direttamente alla tastiera del computer la tesina che doveva presentare il giorno dopo. Stava mettendo a fuoco un concetto che l’aveva letteralmente rapito e trasportato nel mondo della filosofia. Si trattava dell’anti-fragilità, un concetto che superava quello di resilienza. In sostanza era la qualità di diventare migliore dopo eventi stressanti. Non semplicemente essere flessibile e riadattarsi tale e quale al mutamento. No, piuttosto evolvere, crescere, espandersi… Il ragazzo si rendeva conto che questo concetto corrispondeva esattamente alla sua esperienza personale. Era diventato più forte e più creativo dopo ogni evento perturbante che l’aveva colpito di sorpresa…