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Visualizzazione dei post da dicembre, 2023

A sud dell’anima

Era un viaggio nel caldo del Sud, dove la vegetazione è lussureggiante e Peter Pan conduce ancora magicamente il suo vascello fatato. Lei disse: Ho inventato un mondo fatto a posta per me. Era meglio di quello che mi raccontavano gli altri – i soliti ragionevoli signori che hanno deciso che s’invecchia e si muore – perché ci si affatica troppo a vivere. E l’eco delle loro raccomandazioni rimbalzava ancora nel fondo della grotta. Solo Jardy sapeva raccontare la storia dell’avventura umana con un po’ di brivido addosso. E, in quella circostanza, disse cose che ci obbligarono a fermarci a riflettere almeno un momento. Lei disse: Oggi sono i ragazzini a capire quel che sta succedendo. Quegli altri – i grandi – sono troppo pieni di lardo inquinato per far uscire dal loro cervello pensieri che rinfrescano l’aria e accendono il sogno. Ah!, com’è faticoso vivere! – dicono loro. E hanno messo già il culo sulla tavola in discesa che porta alla fossa nel cimitero. Nella fretta di morire, si adope

Sogni sul treno

Sono salita sul treno che tutto era già in moto. Più che salita, mi ci sono svegliata,  Tutto va avanti da sé, ma anch’io ho i miei sogni. Anch’io traccio rotte e sentieri, ascoltando il desiderio. Scenderò a qualche stazione e proseguirò a piedi, o a cavallo, o in bicicletta…

Tentativi

I  ragazzi vogliono far fortuna.  E i vecchi sentirsi utili fino alla fine dei loro giorni.  E qualche pazzo vuole tentare quello che non ha mai provato. .

E… nuovi mondi

Come fai ad andare a dormire quando i pensieri ti accendono l’animo?  Vorresti fermare il tempo?  No, vorresti che questo tempo non finisse mai.  E temi che, addormentandoti, gli dai il permesso di cambiare.   So già che tratterrò le palpebre il più a lungo possibile e fantasticherò nuove esplorazioni e nuovi eventi.

Io lo faccio

C’è tutto il futuro che viene da est. È difficile immaginare cosa potrebbe arrivare. Ma noi abbiamo i nostri sogni e ci immaginiamo quelli.

Tutto

Non finivo più di sostare nella meraviglia, oggi.  È lì che lo stupore di essere al mondo si fa gratitudine intesa, mentre gli occhi si riempiono più che possono di cose.  E com’è bello avere più stimoli di quanti si riesca a digerire, più abbondanza di quel che si possa mettere in tasca!  La parola viene a mancare mentre il desiderio di dire si fa gigante.  E il cuore allarga i suoi confini, cimentandosi col Tutto. 

Natale

Le fedi, quando diventano bandiere e appartenenze, non significano più un cazzo. Il silenzio di Dio è un gran dono. Consente di abbandonare il senso di appartenenza e di giustificazione che deriva dal militare sotto uno stendardo. Consente di scoprire che la grandezza umana stà nella consapevolezza che il bene e il bello valgono la pena in se stessi. E che tu sei grande non perché hai un Dio Grande. Ma hai un Dio Grande perché hai sposato la grandezza. Natale è questo: nascere alla Grandezza.

Desiderio

Cosa desidero? Dove voglio andare? Sono domande simili a chi sono? Chi voglio essere? Niente più del desiderio ti definisce.  

Successo

Tutti possono aspirare al successo. E il successo è quando succede quello che uno desidera e per cui si da da fare. Quando tu puoi dire, guardando qualcosa della tua situazione esistente: questo l’ho sognato! – ecco, questo è successo.    

E se Dio avvenisse?

Talvolta sospetto che un’intelligenza nascosta e diffusa cerchi a tentoni di governare l’andamento delle cose. Che forse un dio s’è smarrito nei suoi primi tentativi di creare un regno armonioso. O pongo il dio nel futuro, alla fine della storia, come un appello che chiama se stesso a raggiungersi, non senza il contributo di noi tutti e delle nostre piccole storie. E mi suggestiono immaginando che nelle nostre scarse consapevolezze si facciano avanti scintille e bagliori come nella notte, con lo scopo di segnalare una sorta di itinerario avventuroso che ci porti a un risveglio sorprendente…   

Sincerely yours...

È una strana sensazione. Come se il 2023 si fosse già esaurito. La mia testa è già nel nuovo anno. Il nuovo anno è già iniziato. A me piacciono i buoni propositi. Non aspetto l’inizio dell’anno a farli. Li faccio spesso. Li tengo in caldo. Al centro c’è sempre il lavoro per tenere alta la guardia e acceso il fuoco.
 Le cose vengono meglio se la fiamma è accesa. Il viaggio diventa eccitante. Le difficoltà si sciolgono più facilmente. La vita è molto bella. Confesso che mi fa tristezza il pensiero di avere ancora poco tempo da goderne. Ma mi scuoto. Ogni giorno sarà pieno, colmo, fantasioso, creativo, succulento.    

Nell'ignoranza

Incapacità di accettare del tutto che le cose accadano? È possibile. Sono secoli che mi sto dando da fare per convincermi che accade quel che deve accadere e che è meglio così. Lo faccio perché mi sembra che una posizione del genere lasci più liberi di essere quel che si è, lasciando al mondo la libertà di andare per la sua strada. Ma il mio sforzo autopedagogico non è ancora stato coronato da un successo convincente. E nel frattempo vivo nella zona di mezzo. Quella tra i due confini: che è come dire nell’ignoranza.

Come un albero da frutta

La giornata incomincia con il sole. Amo il mondo. Ed esserci. Essere viva. E saper fare quello che so fare. Adoro le mani. Un bel regalo. E l’avventura di vivere facendo quello che amo e mi viene bene e facile. Amo pensare che in questo modo darò il mio contributo. Come gli alberi da frutta che regalano mele e pere e pesche e cachi… senza sforzarsi di fare altro che quello che è nella loro natura.      

Timore e tremore

Quando sto male – come tutti – piango, prego, mi inquieto, dispero, mi abbandono, mi arrendo e mi do da fare. Riuscire ad isolarmi nell’adesso è come rannicchiarmi attorno alle mie ferite. Aspetto che passi – se passerà – risparmiando le forze. E riesco a trovare anche una certa pace. Mi accontento di essere. O di essere stata.  

Tempo di osare

Ed ecco la mia gioia. 
Ora sembra ripristinata sul suo trono.
 Trono di bambù, ovviamente.
 La casa che mi fa da vascello. 
E la navigazione – piccolo cabotaggio – che si alimenta di ciò che vedo fuori della finestra. 
E l’audacia dei sorrisi, delle gentilezze…
 E i colpi di testa delle sfide, per esplorare il possibile, inseguire la gioia, che ti bacia e si sottrae, come una fanciulla che t’inviti scappando…
 Ora oso di nuovo aprire il cuore ai grandi sogni.
 E soprattutto alla musica e alla danza di una vita che si solleva sopra i semplici fatti.
 Una vita che si faccia!     

La valle dei sogni dimenticati

Da un lato non c’è altra via. 
 A meno che tu non ne abbia abbastanza.
 Ma, dall’altro lato, è così bello! 
E tu puoi colorare lo scenario della tua storia.
 Non vuoi avere una tua storia? Con lo scenario che sei capace di desiderare?
 Manda affanculo gli invidiosi!
 Ricordati di quando da bambino dentro la scatola della lavatrice eri in un’astronave!
 Guarda il cielo di notte, o prima dell’alba.
 Pensi davvero che i confini che tu conosci siano i confini dell’essere?
 Evita gli invidiosi!
 Vogliono solo annegare i tuoi sogni perché non riescono a credere nei loro.


Qualcosa

 Troppo dolore, troppo grigio, troppa rinuncia sterile.
Troppe ore inutili, prive di senso. Bisogna fare qualcosa per accendere il sorriso della vita.
 Per attrarre energia innocente e giovane nel cuore.
 Per guardare il mattino come una promessa che il tramonto avrà mantenuto.
 Per aprire quella porta che imprigiona.
 Perché i sogni entrino dalla finestra con il canto degli uccelli.
 Perché la giornata sia piena di colore.