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Visualizzazione dei post da dicembre, 2020

Dalla mia astronave

Era come emergere dall’acqua stagnante.
 Come accedere alla luce del sole e alla freschezza dell’aria.
 Ci accorgevamo che la natura era viva e anche gli alberi ci parlavano.
 Vedevamo l’alba e il tramonto.
 Ci veniva desiderio di ascoltare la voce dell’universo.
 Scrutavamo le stelle.    

Richiami lunari

E mi scopro ogni mattina così dispersiva!… Le troppe cose, ognuna che tira dalla sua parte. Nell’insieme...una sorta di smarrimento… E sembra giustificata la domanda che affiora: dove sto andando? Dove voglio andare? Una vecchia domanda! Insomma: bisogna decidere, cioè tagliare via i molti richiami e scegliere la direzione. Disciplinare le risorse, raccogliere in un disegno unitario, ben orientato, la folla delle spinte… Focalizzarmi su l’obiettivo. Ma quale? Se tento di rispondere, ritornano in tanti nel mio cervello a chiedere precedenza: premono verso l’uscita come contro uno stretto collo di bottiglia… Imbarazzo! Allora concludo che ciò che desidero davvero sarebbe non dover decidere, poter seguire la corrente, lasciarmi portare… vedere e gustare mentre le cose accadono, semplicemente essere, volendo quello che avviene e lasciandomi andare. Nessuna pressione a fare, a ordinare, a focalizzare. Libertà come non aver niente da fare! È un pensiero che resetta la mente e allarga il resp

Buoni propositi

Non amo i propositi, preferisco gli spropositi. In verità ne avrei ma poi so che non li attuerò quindi cerco di non pensarci. Forse l'unico a cui penso adesso è imparare a proteggermi e a abbandonarmi alle cose e alle emozioni. Non so se sono azioni contraddittorie, lo scoprirò. Comunque per me proteggermi significa tutelare la mia mente ed il mio corpo qualsiasi cosa accada. Per il resto non mi prefiggo nulla di concreto. Le cose concrete non devono essere un fine, bensì una conseguenza del giusto stato d'animo e se non ce l'hai non puoi sapere quando questo ci sarà.    

Bufali rossi negli acquitrini

 Arie intriganti nelle tue orecchie? Sono le ali del cambiamento.    È un tempo buono per diventare persone.

Natale

Rinascere 
Quanto dura una vita?
 Quante vite in una vita? Evgheny, il pittore, era convinto che la durata di una vita, la sua capacità di navigare nell’oceano dell’essere, era in qualche modo connessa con la capacità di rinnovarsi – o il dono di rinascere ogni mattina, con il cuore desiderante e la mente fresca. Come lavata dai residui di ieri e del passato – in qualche modo. – La mattina, tutti gli animali si lavano – diceva. Lui dipingeva. Raccontava la sua avventura dipingendo. Dipingere è come scrivere un diario. È come narrare nelle stalle. È il mondo di “C’era una volta…”. Arrivavano i viaggiatori dalle terre lontane, e raccontavano, la sera, dopo cena, nei luoghi di raduno, quello che avevano visto e vissuto… Era il mondo di Evgheny. Dipingere, raccontare, narrare l’avventura dell’uomo. Le scoperte e gli apprendimenti. Era la vita di Evgheny. Lui era fatto in questo modo. – La mattina, tutti gli animali si lavano – ripeteva. Adesso c’era odore di neve nell’aria.
Natale si avvic

Integrità

  Cerco di essere integra. Mi piace l’integrità. Mi piace anche la parola. So che essere integra vuol dire essere esattamente come sono, senza mettere vestiti ideali che mi stiano larghi, e senza vergognarmi dei miei piedi sporchi, quando ho camminato.

A cavallo sulla collina

Non c’è altra vita che la vita a cavallo.
 Salire di slancio la collina. 
La forza istintiva dell’animale e la guida ferma e flessibile del cavaliere.
 La metafora continua ad agire nella mente, sempre. 
Si vive per metafore, perché tra il pensiero e la realtà non c’è corrispondenza biunivoca stretta.
 E la metafora consente di tenere la direzione, mentre s’impara a curare il dettaglio in ogni oggi.    

Passaggio al blu

Non voglio lasciarmi ipnotizzare dalle cattive notizie.
 Non voglio attendere che il mondo sia un Eden per vivere la bellezza, la gioia, la creatività, per essere e fare come desidero nel profondo.
   Ci sono strade, ogni giorno, che mi portano dove vivo i miei valori, dove sono come desidero, dove faccio quello che mi salta in mente e dove danzo la vita.
 Non ho eretto un muro per difendermi dalle schifezze, mi sono addestrata a trovare pietre di guado per attraversare il fiume senza bagnarmi i piedi.
 Ho reso quest’avventura interessante ai miei occhi.
   Questa strada mi conduce alla Montagna Blu.

Velo e svelamento

La vita si presenta velata. E a noi viene voglia di vedere cosa c’è sotto.  Ma è proprio il velo a destare la curiosità. L’uso sapiente di veli genera l’incanto.  Il desiderio vive nella ricerca di ciò che sfugge.

La vita è lì. La vita è qui.


Dammi quell'intelligenza che va molto aldilà della mente ragioniera.
 Che vede in grande, che vede in profondità.
 Che sente l'intimo pulsare del cuore delle cose.
 Grata per essere vivo e un po' ebbra nell’animo.

Il viaggio continua

C’è aria sveglia, frizzante.
 E verranno ore di sole. E io andrò adagio, 
 tra le piante,
 a espormi a pensieri
 di giovinezza.

Oltre il canale

Parlammo quel mattino oltre il canale,  la nebbia tra gli alberi squittiva,  
dicesti quel che conta, quel che vale, 
 seduto sul muretto, sulla riva.  L’acqua si portò via la tua voce 
 ed il sapore dei miei baci ardenti  
e l’acqua mi riporta, ora che taci,  
solo il ricordo dei tuoi occhi spenti.

Quel chilometro in più

La vita è un viaggio. Le cose capitano perché c’inciampi. E allora le decisioni si rinnovano. L'esaltazione di andare incontro a ciò che potrebbe accadere. La bellezza dell’evento sorpresa. Per me anche gli eventi naturali sono fatti che ti riguardano personalmente. Hanno il loro dono e il loro messaggio. Una sorta di animismo fa parte della vita interiore. E offre il suo dono di senso alla fame che ci divora.  

Chiarezza

Io immagino il mondo non come un appartamento già sistemato, dove ormai non resta che godersi quel che c'è. Io immagino che noi siamo ancora nel Big Bang e il mondo è solo una tenda provvisoria durante il viaggio. Io immagino che noi siamo ancora evoluzione esplosiva…

La tazza

Che Lucia adorasse scrivere e che desiderasse diventare una scrittrice non c’era alcun dubbio. Una gran parte del suo tempo giornaliero lo passava a redigere un diario personale nell’intento di portare nella sua vita quella chiarezza che la parola è capace di offrire, ma anche semplicemente perché scrivere le procurava piacere, come potrebbe fare un massaggio, una camminata, o forse ancora di più: respirare.
 Il punto era che nessuno attorno a lei - e perfino una grossa parte di lei - credeva che il suo amore per la scrittura le consentisse di guadagnarsi da vivere in maniera sufficiente. Le sembrava che dall’atto di battere quelle emozionate parole nere sulla pagina bianca dello schermo del Pc all’evento di una pubblicazione che ottenesse un numero dignitoso di vendite e di lettori ci fosse un vero e proprio abisso invalicabile.
 E questo pensiero le procurava uno sconforto doloroso che sembrava rotolare irrimediabilmente verso la depressione. Allora chinava la testa e si rassegnava a

Fuori casa

Io in casa sto bene.  Le mie giornate sono i dense e  ispirate e stanno bene racchiuse nel mio “vascello del tempo”. Il mondo è là fuori. L’osservo dalla mia finestra. Là fuori resta l’altra metà di me. L’Aperto è una casa più grande. Amo la natura e mi sento legato all’umanità. Per il momento la mia uscita principale è una passeggiata solitaria, al mattino, nella campagna. Dura un paio d’ore, di solito. Adoro questa specie di “rituale”. Cammino adagio. I rumori delle attività umane sono lontani, sullo sfondo. La quiete dei campi mi ristora. Sto in ascolto.o. E arrivano regolarmente pensieri che mi allargano il respiro, aprono orizzonti nuovi, rinnovano il sangue nella  circolazione, creano geografie allettanti per il desiderio. È come se nascessi di nuovo ogni mattina. Quando mi sento rigenerata ritorno a casa.

Dove sei

Mi chiamo Inge.
 Sento molto. E mi viene da piangere. 
La vita è profonda e misteriosa. La presenza di Dio, così lontano dai nostri pensieri, sembra così prossima alle pulsazioni del cuore. A chi parliamo quando parliamo da soli? Se guardo a fondo il dolore umano – ogni tipo di dolore, soprattutto quello che comporta la morte, non posso che concludere che Dio è crudele. E rimango perplessa di un amore così crudele. Vorrei ucciderlo, per vendetta, e poi vengo a sapere che è già morto, per amore. Sono completamente frastornata. Ma – si dice – la vita va avanti, con Dio o senza Dio.

Come in punta di piedi

Stamani è cambiato tutto. Il cielo è coperto e c’è aria da neve. Personalmente mi sento come in punta di piedi, per arrivare a guardare al di là del muretto. Intravedo appena la bellezza della Vita e già mi commuove. Voglio conservare snello l’appetito. Desidero più risorse, ma anche più capacità di comprendere, vedere, elaborare. Non voglio rimanere ingozzata da una quantità non digerita. Crescerò gradualmente. C’è tempo! E comunque …è meglio così.    

Il gusto dei pensieri

 Tra le betulle
 un cinguettio fugace 
una brezza leggera
 e tanta pace.