Salvatore è un amico speciale. Non l’ho mai visto. Ci scriviamo via
whatsapp ogni tanto. Ma quello che me lo rende vicino è questo: a
volte, quando gli salta in testa, mi telefona da Messina e mi porta
ottimismo, energia, lucee fantasia.
Prima di Internet queste cose non
accadevano. Perché Salvatore appartiene a una vita nuova, mescolata con
quella di tutti i giorni, quella che abbiamo imparato nei tempi
dell’infanzia, quando le cose erano diverse.
La vita è fatta un po’
come ciò che scoprono gli archeologi: stratificazioni di tempi diversi.
Sono coì le nostre città, e le nostre stesse coscienze. Strati, tutti
vivi e presenti. Tutti questi strati funzionano con i loro tempi i
loro valori, lle loro atmosfere. Noi siamo come viandanti, o come primi
cittadini che fanno l’esperienza di una molteplicità sovrapposta, e
inafferrabile.
I mondo ha perso, nel giro di poco tempo, la sua
struttura semplice, comprensibile, rappresentabile e tutto è diventato
più fluido e sovrapposto. Arroccarci sulle vecchie filosofie, di destra o
di sinistra, non porta più a niente. Hai la sensazione di afferrare
aria e basta.
Ma, dentro di noi, qualcosa che non sai dove sia
localizzato (nel cervello? nel cuore? in entrambi?) sta cercando di
adattare le sue capacità di rappresentazione per potersi districare,
orientare e muovere verso mondi diversi, inediti: quelli a cui la poesia
e le utopie hanno sempre alluso.
Che curiosa la posizione degli
umani vivi! Stanno facendo il loro lavoro, pagano le bollette, vanno
alle assemblee di condominio, e con la mente sono già altrove,
nell’astronave che perfora il tempo e cerca altro, come se i vecchi
sogni di miracoli stessero per trovare nuove condizioni, nuovi
strumenti, nuove scoperte…, per manifestarsi.
Sì. C’è bisogno di un
surplus di energia, di fiducia, di speranza per fare questo viaggio. E
la gente come Salvatore fa parte di questa avventura.
All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.
Anche con le nuove tecnologie astronavaliche che ci portano immediatamente da una parte all'altra del cosmo penso che la comunità sia importante. Sognare, cercare, prendersi cura... io sono ancora di simistrissima, anche con le nuove tecnologie astrinavaliche che ci teletrasportano...
RispondiEliminaUn abbraccione