“Il grido dell’autunno” mi fa venire in mente la canzone di Renato Zero “Vecchio!”. Il grido di chi ha già addosso i segni del tramonto ma dentro ancora una gran voglia di vita.
Ma non ho voluto nostalgia per me. Né protesta! Solo cantare ciò che ripeto da sempre. Che la vita appare come un aperitivo. Mette appetito. E i colori della chioma degli alberi in autunno vogliono essere un inno struggente alla bellezza del mondo.
Vieni, questa sera, con i tuoi piedini che suonano la tromba delle scale. Entra nell’abbraccio della mia casa. Aprirò la finestra e ti farò l’amore accarezzato dal vento delle stelle. Assaporerò i tuoi seni come pesche di vigna e le mie mani navigheranno sulle onde dell’oceano di dolcezza che tu sei. Cercherò le favole in mezzo ai tuoi capelli e respirerò la tua anima nel tuo respiro. Le mie reni sono sature di libidine di vita e le mani anelano a sollevare ogni velo. Tu sei la vita succulenta. E, benché ebbro, stordito e confuso dal nettare che trasuda la tua pelle, io sono io, pienamente consapevole, pieno, tondo, intenso e sano. E tu sei tu, lunare e luminosa.
a dimagrire di vita ci penseremo quando toccherà, quindi per cui: buona scorpacciata!!!
RispondiEliminaP.S. adoro l'autunno
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