Troppo dolore, troppo grigio, troppa rinuncia sterile.
Troppe ore inutili, prive di senso.
Bisogna fare qualcosa per accendere il sorriso della vita.
Per attrarre energia innocente e giovane nel cuore.
Per guardare il mattino come una promessa che il tramonto avrà mantenuto.
Per aprire quella porta che imprigiona.
Perché i sogni entrino dalla finestra con il canto degli uccelli.
Perché la giornata sia piena di colore.
Vieni, questa sera, con i tuoi piedini che suonano la tromba delle scale. Entra nell’abbraccio della mia casa. Aprirò la finestra e ti farò l’amore accarezzato dal vento delle stelle. Assaporerò i tuoi seni come pesche di vigna e le mie mani navigheranno sulle onde dell’oceano di dolcezza che tu sei. Cercherò le favole in mezzo ai tuoi capelli e respirerò la tua anima nel tuo respiro. Le mie reni sono sature di libidine di vita e le mani anelano a sollevare ogni velo. Tu sei la vita succulenta. E, benché ebbro, stordito e confuso dal nettare che trasuda la tua pelle, io sono io, pienamente consapevole, pieno, tondo, intenso e sano. E tu sei tu, lunare e luminosa.
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