Decisi che semmai mi fossi costruita un castello, sarei uscita spesso, lasciandomi il castello alle spalle. In fondo, mi sentivo più libera a girovagare sul territorio aperto e a ricominciare ogni volta daccapo.
A me piace questa possibilità di condividere le mie cose con persone che altrimenti non avrei mai conosciuto. Mi piace esplorare questa nuova forma di socialità offerta dai social. M’interessano i comportamenti costruttivi, la gentilezza nelle relazioni, gli stimoli conoscitivi che ci possiamo scambiare. E mi rendo conto che si può anche collaborare con persone lontane. Io l’ho fatto. Cerco di formarmi affinché la rete mi renda più intelligente (e non più stupida ) e so che devo lavorare sul controllo dell’attenzione, sul senso critico per individuare e scartare le bufale, sfruttare le possibilità di accedere alle informazioni che m’interessano perché hanno contributi arricchenti per il mio progetto. La rete ormai fa parte del nuovo mondo. Voglio usarla bene.
Non eravamo noi a provare l’amore, ma era l’amore che aveva preso noi e ci trascinava per territori nuovi. E volevamo essere leggeri. Sapevamo che dovevamo camminare agili e veloci per i sentieri che il tempo ci portava. Dovevamo avere avere gambe agili e piedi robusti. E braccia pronte ad afferrare i rami. E a nuotare nel mare della vita.
Ottima decisione. Il castello da protezione si trasorma troppo spesso in prigione.
RispondiEliminaMeglio uscire
Il castello serve davvero solo se hai paura di quello che c'è fuori.
RispondiEliminadi chi è quel castello?
RispondiEliminama è tuo?
RispondiEliminavorrei anch'io un castello
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