Aveva una grande energia addosso e adorava la musica. Voleva che la gente ne potesse godere non solo nei concerti o nelle sale di audizione. Voleva che la musica circolasse per la città mentre le persone si recavano al lavoro, mentre andavano a passeggio o a fare la spesa. Sapeva che la musica fa bene, che smorza l’aggressività, commuove il cuore, aiuta a ritrovare la propria umanità.
Vieni, questa sera, con i tuoi piedini che suonano la tromba delle scale. Entra nell’abbraccio della mia casa. Aprirò la finestra e ti farò l’amore accarezzato dal vento delle stelle. Assaporerò i tuoi seni come pesche di vigna e le mie mani navigheranno sulle onde dell’oceano di dolcezza che tu sei. Cercherò le favole in mezzo ai tuoi capelli e respirerò la tua anima nel tuo respiro. Le mie reni sono sature di libidine di vita e le mani anelano a sollevare ogni velo. Tu sei la vita succulenta. E, benché ebbro, stordito e confuso dal nettare che trasuda la tua pelle, io sono io, pienamente consapevole, pieno, tondo, intenso e sano. E tu sei tu, lunare e luminosa.
L'arte come i sentimenti dovrebbe gironzolare libera, come i semi portati dal vento che fanno nascere piantine nuove in qualchedove lontano lontano
RispondiEliminaUna foto interessante. Però non ci credo che suoni la Ibanez.
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