La sera si avvia al riposo con i colori della pace e del ricordo. Una bella giornata. E io cerco ancora dovunque segnali della vitalità. Perché la vita è viva. E se sembra che un’atmosfera sonnolenta si stia abbattendo sulle geografie che abitiamo, sono di quelle persone che sentono di doversi dare da fare per muovere le acque, per rimestare tra ciò che accade, per ritrovare la frescura della corrente.
Penso al paradossale destino dell’uomo, questo essere effimero capace di creare cose che durano più di lui.
E penso che forse è un segno, questo, della sua vocazione a lavorare per la vita, oltre i propri recinti personali. E immagino che di qui derivi quella intensa soddisfazione che l'individuo prova quando allarga i rami del suo frutteto oltre la cinta dell’orto. Quando il suo albero produce frutti in abbondanza per chiunque passi sotto e ne voglia.
E penso che la vita sembra non vada a economia, non faccia i conti all'osso, e che butti a miglioni quando serve solo uno. E che il di più non è spreco ma abbondanza.
"La vita è viva" dovrebbe essere la nostra guida
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