Passa ai contenuti principali

Uscire di strada

Ed esci un po’ fuori strada – voglio dire: dalle strade più battute, quelle che fai di solito.
Perché?
Ti è venuta voglia di rallentare. Vuoi cominciare a guardarti attorno, vuoi godere un po’ del panorama, delle cose, ascoltando le emozioni dell’anima. Hai fatto questa strada mille volte, sempre pensando soltanto alla meta. E a correre…
E ti rendi conto che non puoi rallentare. Per quello che desideri non servono i limiti di velocità che sono disseminati lungo gran parte del percorso. Hai comunque sempre qualcuno attaccato al culo che sbraita e gesticola perché gli freni la corsa.

All'improvviso ti trovi su una strada tutta curve, stretta, ma ben asfaltata, che s’inerpica tra i monti, costeggiando i dossi e seguendo il movimento delle vallate.
Non incroci nessuno. Nessuno ti sta alle calcagna. E finalmente viaggi davvero. Rallenti quanto è necessario a vedere e lo spettacolo è straordinario. Ti lasci colmare il cuore dall’emozione della bellezza, la suggestione delle ombre dei boschi, gli squarci paesaggistici improvvisi alle curve, le case arrampicate su pendii incredibili…
 

E ti ritrovi a sognare di vivere diversamente. Un mondo alla rovescia, dove non è la vacanza a infilarsi nei buchi lasciati dal lavoro, ma il contrario. Dove non sono i giardini a sistemarsi attorno alla casa, ma la casa nel mezzo di un parco.


Il finestrino spalancato, ti rendi conto della potenza terapeutica straordinaria della natura e del bisogno che ne hai. E ti lasci incantare dalle suggestioni che ti evoca nell’anima e per il tempo dell’incanto sei uno che va per mare, o su una mongolfiera, o insegue il sole sulla carovana di gitani…
 

E quando sei arrivato, la magia continua ancora, e ti ritrovi rigenerato, almeno un po’, per affrontare i compiti e i doveri – … semmai un giorno tu possa spezzare totalmente le catene e andare…

 






 

 

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Marea montante

È come essere presi dalla musica. Sei lì, che vai. Portato proprio dove devi andare. E non sai neanche fino a che punto esisti.

Scorrere leggeri

Non eravamo noi a provare l’amore, ma era l’amore che aveva preso noi e ci trascinava per territori nuovi. E volevamo essere leggeri. Sapevamo che dovevamo camminare agili e veloci per i sentieri che il tempo ci portava. Dovevamo avere avere gambe agili e piedi robusti. E braccia pronte ad afferrare i rami. E a nuotare nel mare della vita.  

Sguardo di fuoco

Esci presto il mattino e lungo la strada ti avvii. Incendi le nuvole d’incanti, spalanchi voragini nell’umida terra che ti brama. Vibra l’aria d’intorno e in risonanza tremano i colli.   Chi e dove accordò quello sguardo di fuoco in sintonia con le meccaniche celesti? Amo i tuoi passi sulle foglie che cantano. Un sortilegio, il profumo di muschio che ti segue.