Passa ai contenuti principali

Di là dal fiume

Mi piace guardare di là dal fiume. Non sono una che pensa che tutto sia possibile. Ma nemmeno una cui piaccia fissare limiti a priori irremovibili. Immagino che sia interessante lanciare i confini un pochino fuori casa, per esplorare sulla base delle proprie energie quanto si può avanzare. Ma senza questa frenesia di performance che oggi viene tanto predicata. E che trasforma qualsiasi esperienza gratuita di vita in un mezzo per guarire dalle “opinioni limitanti” e dal “disagio”. 

Penso, per esempio, che l’Arte terapia può anche andare bene in certe situazioni, ma mi irrita che l’arte, al posto di un’esperienza vitale gradevole in sé e capace di stabilire relazioni tra affini, venga trasformata in strumento e mezzo terapeutico.
Benché io abbia vissuto esperienze di malattia, non mi piace l’idea dilagante che siamo tutti così malati da aver bisogno di questa pletora di terapie che proliferano giorno dopo giorno. 

E se facessimo queste cose, la musica, la pittura, la danza, la scrittura, il teatro… perché sono espressione di vita bellissima e gratificante, perché consentono di godere della vita, invece che per guarire? 

Ah, che respiro!  





 

Commenti

  1. vivere per vivere, viaggiare per il viaggio, gustare la Vita. Senza gare o traguardi o scopi o fini superiori.
    Bella idea, brava, come sempre, brava

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Specchio delle mie brame

All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.      

Un abbraccio di fine anno

Sapevi di appartenere ad una nuova epoca, dove essere sarebbe stato navigare il cambiamento con audacia, energia e infinita curiosità.

Il mio presente

 Io vivo questi tempi e le loro sfide come il periodo più interessante della storia. D’altra parte è la mia epoca. Voglio dire che non ho mai sentito il bisogno di elogiare il passato rispetto al presente come se si fosse perso qualcosa. Le sfide sono lì a sollecitare il coraggio e l’industria, l’iniziativa, l’immaginazione, la ricerca.