Questa gioia d’incominciare la giornata, al risveglio.
Il piacere della mia casa vascello per navigare l’oceano dell’essere.
Un cielo terso, fuori che promette sole e aria fresca.
Continuo a lavorare al miglioramento di me. Alla creazione di me. Mi servo di questa sorta di specchio che si crea nella riflessione.
È lavorando su di me che incontro gli altri più a fondo.
La comunicazione è come muovere le gambe seduti ai bordi della stessa vasca: immersi nel medium che ci collega.
È quello che sono che arriverà agli altri, non quello che recito. Spalancherò gli occhi per vedere la bellezza negli altri, per nutrirmi e godere la vita.
Non credo più da tempo nella critica costruttiva. È avvenuto da sé.
Preferisco il lavoro di produzione di proposte, alternative, nuove interpretazioni, idee...
In questa prospettiva scoprire la realtà è un po' inventarla.
Vieni, questa sera, con i tuoi piedini che suonano la tromba delle scale. Entra nell’abbraccio della mia casa. Aprirò la finestra e ti farò l’amore accarezzato dal vento delle stelle. Assaporerò i tuoi seni come pesche di vigna e le mie mani navigheranno sulle onde dell’oceano di dolcezza che tu sei. Cercherò le favole in mezzo ai tuoi capelli e respirerò la tua anima nel tuo respiro. Le mie reni sono sature di libidine di vita e le mani anelano a sollevare ogni velo. Tu sei la vita succulenta. E, benché ebbro, stordito e confuso dal nettare che trasuda la tua pelle, io sono io, pienamente consapevole, pieno, tondo, intenso e sano. E tu sei tu, lunare e luminosa.
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