Vieni, questa sera, con i tuoi piedini che suonano la tromba delle scale. Entra nell’abbraccio
della mia casa. Aprirò la finestra e ti farò l’amore accarezzato dal
vento delle stelle. Assaporerò i tuoi seni come pesche di vigna e le mie
mani navigheranno sulle onde dell’oceano di dolcezza che tu sei.
Cercherò le favole in mezzo ai tuoi capelli e respirerò la tua anima nel
tuo respiro.
Le mie reni
sono sature di libidine di vita e le mani anelano a sollevare ogni velo.
Tu sei la vita succulenta. E, benché ebbro, stordito e confuso dal
nettare che trasuda la tua pelle, io sono io, pienamente consapevole,
pieno, tondo, intenso e sano. E tu sei tu, lunare e luminosa.
All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.
poesia
RispondiEliminaChe splendida poesia la poesia degli amanti
EliminaGemerai nel buio della notte... e domani sdarai luce.
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