– Odio i test. O i colloqui di selezione.
Li odio
perché tu vieni misurato in base a quello che qualcuno, o un sistema, ha
pensato che tu dovresti essere. Fa parte di tutto un marchingegno di
indottrinamento che dice come devi essere per non incorrere in certe
sanzioni, o al limite per non morire di fame.
Un sistema di pressioni
che si esercita su di te fin dall’infanzia e ti raggiunge da tutti i
lati. Un sistema che ti dice cosa e come devi essere per essere ben
accetto.
– Tutto questo è odioso perché io sono io. Io voglio essere quella che sono e non fare la miss tal dei
tali. Voglio essere miss me stessa. Voglio metter fuori tutto quello che
ho dentro e rivendico una vita in cui io sia libera di esprimere quello
che sono.
– Quello che sogno è un sistema che mi permetta di vivere
facendo quello che amo e quello che sento. Io sogno un sistema che non
mi obblighi a vendere me stesa e a dare certe prestazioni che non sento e
che mi fanno morire dentro in forza del ricatto che altrimenti non avrò
di che vivere.
I o sogno un mondo che sappia che i frutti della libertà
sono più abbondanti e sani dei frutti della schiavitù.
All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.
Tutta questa fatica per incasellare l'incasellabile.
RispondiEliminaHai ragionissima! Basta, basta, basta
Le faremo sapere...
RispondiEliminaSiamo in due
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