Amo gli arbusti di ginestra. Trovo in essi una vitalità selvaggia, capace di resistere ad ogni assalto del meteo, degli animali, degli umani.
Capace di rinascere dopo ogni insulto e di affermarsi sul territorio con la ruvida, splendente, creatività delle loro forme.
Amo il loro carattere anarchico, insofferente dei giardini e delle serre. Barbari amanti della vita nomade, che si attrezzano per adattarsi dovunque.
C’è in essi un’innocenza primitiva che commuove e nutre la speranza che la vita proceda comunque, togliendo alla morte la pretesa di essere la parola finale.
All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.
La ginestra fiorisce anch esulla lava vulcanica. E' il simbolo della vita, che non si ferma.
RispondiEliminaè magica la ginestra
RispondiEliminaBellissimi gli ultimi scatti, sembrano l'art di un album folk!
RispondiEliminaiconica
RispondiEliminasembra presa da un giornale!
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