Passa ai contenuti principali

Io non parto da un dogma

Che succede? 


– Succede quel che succede.
 A me è successo che i miei desideri incominciavano a dare forma agli eventi e che gli eventi sembravano desiderare di prendere la forma dei miei desideri. Non senza inghippi, e giravolte, e passi indietro. Ma, nel lungo periodo, sì, succedeva proprio questo.

– E l’arte del desiderio?


– L’arte del desiderio è paradossale. Comporta una cosa difficilissima ma estremamente importante da apprendere.


– Parlami dell’arte del desiderare.

– Allora comincerò con la parte più dolorosa. Il distacco.
 L’arte del desiderare comporta l’apprendimento del distacco.
 Poiché il distacco sembra proprio il contrario del desiderare, uno subisce una sorta di violenza. Sembra proprio un cazzotto in un occhio di chi desidera. Eppure, questo è un passo decisivo. È proprio necessario. Nessuno te la venderà edulcorata questa pillola. E quindi, conviene proprio che  tu faccia i conti con questa affermazione.

– Ma allora?

– Allora s’impara che, nel distacco, si desidera in un’altra maniera. Ed è questo il modo efficace di desiderare. E risulta anche il modo in cui si ottiene ciò da cui ci si è distaccati…

– Ed io dovrei vivere questa faccenda?

– Se ci pensi bene, non hai scampo. Puoi passare il resto della vita a coltivare risentimento per chi ti ha fatto in questo modo. E quello che ottieni lo conosci già.
 Oppure, puoi buttarti…
 Sperando il meglio.

– E la realtà?

– Quando hai imparato a credere nei tuoi sogni e a distaccartene, cambi atteggiamento anche nei confronti della realtà. Gli eventi tu li guardi con uno sguardo nuovo. Che vede in essi degli alleati, e delle opportunità, e degli insegnamenti. Tu puoi seguirli, mentre piloti la tua barca in mezzo a loro. Un marinaio va avanti utilizzando la forza del vento e le correnti. Si riposa con la bonaccia e prende cibo pescando. Si orienta guardando le stelle e il sole. E gode della forza che la vita di mare gli inocula nel corpo.

 




 


Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

E col pensiero io vado

Vieni, questa sera, con i tuoi piedini che suonano la tromba delle scale. Entra nell’abbraccio della mia casa. Aprirò la finestra e ti farò l’amore accarezzato dal vento delle stelle. Assaporerò i tuoi seni come pesche di vigna e le mie mani navigheranno sulle onde dell’oceano di dolcezza che tu sei. Cercherò le favole in mezzo ai tuoi capelli e respirerò la tua anima nel tuo respiro. Le mie reni sono sature di libidine di vita e le mani anelano a sollevare ogni velo. Tu sei la vita succulenta. E, benché ebbro, stordito e confuso dal nettare che trasuda la tua pelle, io sono io, pienamente consapevole, pieno, tondo, intenso e sano. E tu sei tu, lunare e luminosa.  

Band

Ho sempre sognato di scoprire la formula per lo spartito ideale. La vita creativa. Quella piena che senti dentro pulsare sotto la pelle, in ogni momento.
La vita normale, la più ragionevole e meritoria, è niente a confronto della vita ispirata. In quest’ultima non c’è niente, forse, di meritato. Tutto consiste nel tenere la vela aperta, mentre il vento ci soffia dentro. È grazia allo stato puro. Oh, sì, come sarebbe bello. Fosse tutto come suonare alla tastiera.    

Sinfonia monocromatica

Il fascino evocativo del bianco e nero. Il monocromatico. Immagino un ambiente abitativo, o uno studio creativo, con quattro o cinque di questi quadri, capaci di evocare quel pizzico di erotismo che condisce sapientemente le attività mentali, di ideazione, di progettazione. Il nostro approccio alla vita, parlo di quello quotidiano, quello che si esprime nel modo in cui e con l’umore con cui affrontiamo i compiti e le decisioni operative di ogni giorno è in fondo l’invenzione del nostro rapporto personale con la vita, la composizione musicale della nostra sinfonia.