C’è una gran luna stasera, appena levata in volo da sopra le colline. Nata rossa si sta schiarendo e attraverserà nella notte una volta celeste, nero profondo, spazzata dal vento e trapunta di stelle. Spesso guardo le nostre vicende, la mia e quella di conoscenti, dalla sua altezza. Immersa nell’oscuro mistero di questo universo che corre e gira e si espande chissaddove, chissà perché. Da là, anche le nostre liti, le tensioni, e le guerre, e le follie di cui disseminiamo la nostra storia, si ridimensionano. Comunque sia, ci vedo tutti insieme su questo pianeta a occuparci in modi diversi e spesso scoordinati, per farne una casa ospitale. E questo da sempre. E con sorprendenti risultati. Da lassù, nell’ignoranza madornale su ciò che siamo e sul senso dell’essere vivi, sento il desiderio di dare il mio contributo, modesto, tranquillo, ipotetico, all’impresa comune. Mi viene in mente Leopardi che trovava la Natura estranea o addirittura matrigna, e che sentiva per questo il bisogno di ri...