Penso al paradossale destino dell’uomo, questo essere effimero capace di creare cose che durano più di lui.
E penso che forse è un segno, questo, della sua vocazione a lavorare per la vita, oltre i propri recinti personali. E immagino che di qui derivi quella intensa soddisfazione che l'individuo prova quando allarga i rami del suo frutteto oltre la cinta dell’orto. Quando il suo albero produce frutti in abbondanza per chiunque passi sotto e ne voglia.
E penso che la vita sembra non vada a economia, non faccia i conti all'osso, e che butti a miglioni quando serve solo uno. E che il di più non è spreco ma abbondanza.
In un qualcheddove c'è anche un altrove, basta volerlo cercare.
RispondiEliminaSplendida foto, come sempre
Ottimo scatto. Molto bello davvero.
RispondiEliminaComplimenti al fotografo
Il mio abbraccio
Maurizio
Sei in una nava spaziale e visiti un altro mondo...
RispondiEliminaSembri proprio dentro l'acquario
RispondiEliminama è l'acquario di genova?
RispondiEliminabellissimo l'acquariO!!! ma è aperto?
RispondiEliminati sei divertita a genova? mi piacerebbe molto andarci!
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