Passa ai contenuti principali

Scorrere leggeri

Noi sentivamo che il centro della faccenda era l’amore. E sapevamo di essere ignoranti – terribilmente ignoranti – in materia. Il nostro sentimento era pieno di nostalgia per ciò che avrebbe potuto essere, di quello che le nostre storie passate sarebbero potute diventare. E sentivamo che questa era ignoranza. Come rimpiangere i libri e i film letti o visti.


La punta della nostra coscienza ci diceva che l’amore era davanti, e che doveva essere scoperto e inventato.
 Noi sentivamo che non c’erano limiti a questo. Né l’età, né il denaro, né il sapere. 

Non eravamo noi a provare l’amore, ma era l’Amore che aveva preso noi e ci trascinava per territori nuovi. E volevamo essere leggeri. E, oltre a pulire le nostre cantine, sapevamo che dovevamo camminare agili e veloci per i sentieri che il tempo ci portava. In fondo, pulivamo le nostre cantine, e gettavamo nei cassonetti decenni di passato, solo per essere leggeri come gli opliti. Per avere gambe agili e piedi robusti. E braccia pronte ad afferrare i rami. E a nuotare nel mare della vita.  

La luce e l’aria di quell’Agosto – che molti dicevano morto – ci dava come l’abbrivio di un discorso e di un racconto che solo noi avremmo potuto continuare.



 


Commenti

  1. L'amore non credo si possa imparare, si conosce o meglio si riconosce. E' dentro di noi da sempre, è un vestito che troppo spesso non sappiamo di indossare o di avere pronto nell'armadio. Siamo più ciechi che ignoranti, l'amore è davanti a noi ma non lo vediamo o non lo vogliamo vedere perchè amare a volte costa tanto. La paura di pagare troppo ci impedisce di capire che l'amore non ha prezzo, è l'essenza dell'uomo e senza non serve vivere. E in questo senso si, davvero possiamo essere ignoranti.

    RispondiElimina
  2. La leggerezza della profondità. Molto carino lo scritto, complimenti

    RispondiElimina
  3. ma che meraviglia!

    RispondiElimina
  4. dove compri i tuoi abiti? sono strepitosi!

    RispondiElimina
  5. Si è sempre ignoranti quando si tratta d'amore

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

E col pensiero io vado

Vieni, questa sera, con i tuoi piedini che suonano la tromba delle scale. Entra nell’abbraccio della mia casa. Aprirò la finestra e ti farò l’amore accarezzato dal vento delle stelle. Assaporerò i tuoi seni come pesche di vigna e le mie mani navigheranno sulle onde dell’oceano di dolcezza che tu sei. Cercherò le favole in mezzo ai tuoi capelli e respirerò la tua anima nel tuo respiro. Le mie reni sono sature di libidine di vita e le mani anelano a sollevare ogni velo. Tu sei la vita succulenta. E, benché ebbro, stordito e confuso dal nettare che trasuda la tua pelle, io sono io, pienamente consapevole, pieno, tondo, intenso e sano. E tu sei tu, lunare e luminosa.  

Band

Ho sempre sognato di scoprire la formula per lo spartito ideale. La vita creativa. Quella piena che senti dentro pulsare sotto la pelle, in ogni momento.
La vita normale, la più ragionevole e meritoria, è niente a confronto della vita ispirata. In quest’ultima non c’è niente, forse, di meritato. Tutto consiste nel tenere la vela aperta, mentre il vento ci soffia dentro. È grazia allo stato puro. Oh, sì, come sarebbe bello. Fosse tutto come suonare alla tastiera.    

Sinfonia monocromatica

Il fascino evocativo del bianco e nero. Il monocromatico. Immagino un ambiente abitativo, o uno studio creativo, con quattro o cinque di questi quadri, capaci di evocare quel pizzico di erotismo che condisce sapientemente le attività mentali, di ideazione, di progettazione. Il nostro approccio alla vita, parlo di quello quotidiano, quello che si esprime nel modo in cui e con l’umore con cui affrontiamo i compiti e le decisioni operative di ogni giorno è in fondo l’invenzione del nostro rapporto personale con la vita, la composizione musicale della nostra sinfonia.